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Pescaturismo e Ittiturismo: chi sono costoro?

di Mario Zanello

Prima di addentrarci nei meandri della regolamentazione legislativa di queste due forme di turismo, è opportuna una breve descrizione delle attività, spesso confuse o considerate uguali, quando in realtà si parla di due istituzioni completamente diverse.

Il Pescaturismo è una forma di attività turistica integrativa alla pesca artigianale regolamentata in Italia dal D.M. 13 aprile 1999, numero 293 (Regolamento recante norme in materia di disciplina dell’attività di pescaturismo, in attuazione dell’art. 27-bis della legge 17 febbraio 1982, n. 41) e poi dal D. Lgs. 9 gennaio 2012 n.4 (Misure per il riassetto della normativa in materia di pesca e acquacoltura, a norma dell’articolo 28 della legge 4 giugno 2010, n. 96.)

Essa consente di portare a bordo dell’imbarcazione da pesca turisti e mostrare l’attività di pesca professionale ed escursioni della costa. 

Questa attività è consentita solo agli imprenditori ittici in possesso di un’imbarcazione da pesca e della relativa licenza, rispettando il vincolo di non potersi spingere oltre le tre miglia dalla costa.

Il Pescaturismo è quindi a tutti gli effetti un’attività complementare alla pesca professionale ed è stata istituita con lo scopo di supportare il reddito dei pescatori.

Al contrario l’Ittiturismo è una forma del cosiddetto ‘’Turismo esperienziale’’, dove l’ospite si immerge nella vita locale. Consiste infatti nell’insieme dei servizi turistici offerti dai pescatori sulla terra ferma, quali l’ospitalità nelle loro case ed in borghi marinari. Elemento importante dell’ittiturismo è la ristorazione base di pescato locale possibilmente a cura degli stessi pescatori all’interno delle loro comunità.

Chiarito ciò, vediamo la situazione normativa di queste due forme di turismo.

Bisogna premettere che, fino a pochi anni or sono, l’attività di pesca professionale (imprenditore ittico) è stata ricompresa tra le attività di trasporto nautico (Art.2195, comma 1 n.3 C.C.), attribuendo quindi a chi la esercitava professionalmente la qualifica di imprenditore commerciale.

L’Unione Europea è stata promotrice del cambiamento con il TFUE (Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea), sulla scorta del quale l’Italia con D. Lgs. 26 maggio 2004, n.154, art.6 definisce l’imprenditore ittico come ‘’chi esercita …l’attività di pesca professionale…in ambienti marini, salmastri o dolci e le attività connesse’’, equiparandolo dunque all’imprenditore agricolo.

Rientrano allora nella specifica attività di pesca professionale sia il Pescaturismo (‘’imbarco di persone non facenti parte dell’equipaggio su navi da pesca a scopo turistico-ricreativo’’) sia l’Ittiturismo (‘’attività di ospitalità, ricreative , didattiche, culturali e di servizi, finalizzate alla corretta fruizione degli ecosistemi acquatici e delle risorse della pesca e alla valorizzazione degli aspetti socio culturali delle imprese ittiche’’).

Ecco dunque la fondamentale differenza tra queste due forme di turismo: il Pescaturismo si svolge in mare, l’Ittiturismo si svolge a terra.

Il turista che sceglie di fare Pescaturismo vuole partecipare alla pratica e alle modalità della pesca, consumando i pasti a bordo, che consistono prevalentemente nel pescato del giorno.

Chi invece vuole fare Ittiturismo, fa un’attività molto simile all’Agriturismo, in quanto basata sul soggiorno in alloggi nell’abitazione del pescatore o in edifici a sua disposizione.

E connesse all’Agriturismo sono per entrambi le norme igienico-sanitarie e il regime fiscale.

Forme di turismo relativamente nuove dunque, sulla scia del sempre maggiore interesse rivolto al turismo esperienziale, nella prospettiva, su cui particolare attenzione presta l’Unione Europea, di incentivare il ‘’turismo ecologico’’, mirante alla tutela dell’ambiente marino e delle sue risorse.