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Fatima: un viaggio tra il sacro e il profano

DI TIZIANO SGUAZZOTTI

Perché un viaggio tra il sacro e il profano? Perché è il classico esempio dove le due motivazioni si incontrano diventando un insieme unico. Ricerca della fede si, ma anche in contemporanea godere delle bellezze artistiche, culturali, storiche, naturalistiche  e perché no anche culinarie del posto e del territorio. Questo tipo di turismo definibile come turismo religioso, sta cambiando, ponendo attenzione non solo al viaggio di fede in se stesso ma anche ai luoghi del territorio dell’itinerario religioso. Per questa ragione il monumento, la strada,  le opere artistiche, le tradizioni locali diventano importanti quanto il fatto e l’evento  religioso. Un turismo religioso che si può definire leggero ma ampio,  in quanto può essere proposto a credenti e non, di ogni età, fede e nazionalità 

Chi si reca a Fatima, essendo stato già stato a Lourdes, troverà questa esperienza completamente diversa. Il clima è raccolto, semplice a differenza della cittadina francese, dove al di fuori del recinto del Santuario regna quasi sempre confusione con una miriade di negozi di souvenirs, bar e ristoranti. Occorre ricordare, che a Fatima, ai tempi delle apparizioni (1917 per cui prima guerra mondiale) era un piccolo villaggio del comune di Villa Nuova d’Ourem, e il clima che si respirava era di tipo anticlericale socialista. Aljustrel era il piccolo borgo di case dove nacquero  e vissero  i tre pastorelli che diventarono  i protagonisti della vicenda: Lucia Di Gesù 10 anni,  Francisco Marto 9 anni e sua sorella Giacinta di 7 anni, tutti di famiglie numerose,  religiose e dedite alla pastorizia. Lucia, cugina e molto amica dei due fratelli Francesco e Giacinta, viveva al pascolo  assieme a loro, tutte le giornate. Ebbero prima tre apparizioni dell’Angelo che li preparò a entrare in contatto con la realtà soprannaturale e poi in totale 6 apparizioni della Vergine 13 maggio 1917, 13 giugno, 13 luglio, 19 agosto, 13 settembre, 13 ottobre.  L’immensa spianata di Fatima, può contenere un milione di persone,  ed è il luogo  più adatto per la meditazione e la riflessione in modo particolare  davanti alla  Cappellina,  dove è apparsa la Vergine. All’interno si trova  la piccola statua bianca della Vergine, protetta da una  vetrata  che crea un clima  raccolto e riservato. Molti   pellegrini arrivano in ginocchio partendo dall’alto del piazzale, girando poi sempre in ginocchio attorno alla cappellina della Vergine. Ogni giorno alle 21.30 c’è   Il Rosario meditato cui segue una piccola processione Flambeaux (fiaccolata)  A corona del piazzale si trova la grande basilica, nel cui interno si trovano le tombe  dei pastorelli, mentre di fronte alla cappellina il Museo, dove si trova la corona della Madonna con incastonato il proiettile sparato da  Ali Agca in occasione dell’ attentato del Santo Padre Giovanni Paolo II, donato a Fatima  dal medesimo. Chiude il piazzale in modo veramente azzeccato,  la  nuova chiesa  dedicata alla Santissima Trinità che può contenere all’incirca  9.000 persone. Si tratta di un edificio modernissimo, dove dietro l’altare si può ammirare  il grande mosaico del gesuita Marko Rupnik. Le celebrazioni solenni sono la domenica e il 13 del mese da maggio a ottobre. Appuntamento che non perdere:  la via crucis tra gli ulivi nella zona di Aljustrel e  Valinhos,  dove il paesaggio è rimasto identico  come ai tempi delle apparizioni. Si può visitare la casa dei veggenti, il pozzo della seconda apparizione dell’Angelo, la parrocchia di Fatima  dove si trova la fonte battesimale, e l’antico cimitero dove per qualche anno rimasero  i corpi dei pastorelli. Il viaggio a Fatima si completa con la visita di alcune località di grande interesse turistico culturale come Batalha, con il suo bellissimo monastero. Lo stile è un gotico raffinato con i ricami dello stile manuelino sviluppatosi sotto il regno di Manuel I da cui prese il nome, in particolar modo visibile nel bellissimo chiostro e nelle cappelle imperfette. La facciata principale si distingue per un bellissimo rosone mentre  il portale d’entrata,  è incastonato  di angeli, santi, re e profeti. Dentro la chiesa, a destra si trova la cappella del fondatore, dove si trovano le sue spoglie e quelle della sua sposa. Bellissimo il chiostro reale, iniziato in stile gotico ma ultimato in stile manuelino come già detto precedentemente, dove si può visitare la sala del Capitolo con la stupenda vetrata  rappresentante la Passione del Redentore. Nella stessa sala riposano le spoglie del milite ignoto del Portogallo vegliate da un  crocefisso in legno. Le cappelle imperfette si trovano  dietro l’abside della chiesa: un complesso  ottagonale  diviso in sette cappelle, le cui colonne avrebbero dovuto sostenere il tetto del Pantheon. 

Alcobaca, Il monastero di S.Maria di Alcobaca fu definito  la culla della cultura portoghese, in quanto in esso si svilupparono arte, letteratura, professioni e mestieri. La pianta del monastero è simile  a quella dell’Abbazia di Chiaravalle. Lo stile architettonico può essere considerato un   gotico. Il monastero fu costruito secondo i canoni di un’abbazia cistercense: chiesa, chiostro, sala del capitolo (anima della vita monastica), refettorio, cucina e dormitorio comune All’interno si trovano le tombe del focoso re Don Pedro e della povera regina Ines de Castro, la nobildonna venuta dalla vicina Spagna a far parte della corte Portoghese. L’amore tra i due giovani molto prima di salire al trono, era sfociato in un matrimonio segreto con disgusto della nobiltà.  Divenuto re del Portogallo, Don Pedro  ordinò la riesumazione del corpo e dopo averlo trasportato a Alcobaca costrinse tutti i nobili del regno, nel corso di una grandiosa cerimonia  a prestare omaggio alla defunta baciandone la mano mummificata. Particolare stupore e di una bellezza estrema  la cucina dominata da un enorme camino, interamente rivestito da azulejos, le tipiche piastrelle di ceramica.  L’abbazia fu per diversi secoli il centro principale delle scienze e dell’insegnamento della nazione. Qui vennero aperte la prima scuola pubblica e la prima farmacia del popolo. Nel XVIII secolo con l’avvento dell’illuminismo venne decretata la fine dell’abbazia: saccheggi e distruzioni da parte del popolo e rapine da parte dell’esercito napoleonico.  

NAZARE’ : con il suo magnifico litorale  e la sua spiaggia di sabbia finissima, è ubicata in un meraviglioso golfo dell’oceano atlantico. Nota meta turistica del Portogallo, tra le più tipiche, dove si possono trovare le donne mogli dei pescatori che vendono il pesce essiccato, attività folcloristica destinata a scomparire causa nuove normative  in relazione al trattamento delle materie prime, con le  tipiche gonne dai sette veli. Sette gonne come i giorni della settimana ad aspettare  i mariti pescatori, al rientro dalla pesca.  Il centro si divide in due agglomerati urbani ben distinti: Nazarè spiaggia e il Sitio, che sorge sopra un promontorio roccioso alto 110 metri con la chiesa della Madonna del Latte. Paradiso dei surf, con le onde più alte del mondo, nonché tappa dei campionati mondiali.

 

Tempo permettendo dipende dai giorni si può aggiungere la visita di Lisbona: il ponte XXV Aprile, il castello Sao Jorge arroccato su una delle sette colline, il quartiere Alfama, Bairro Alto raggiungibile con L’Elevador de Santa Gloria un caratteristico tram che in pochi minuti sale un ripidissimo vicolo che porta nel cuore del quartiere, Monastero Jeronimus, Torre di Belem, la cattedrale e la chiesa di S.Antonio, Piazza Rossio centro nevralgico della capitale, Piazza del Commercio e l’elevador de Santa Justa sito  nel centro storico tutto in ferro battuto. Da non perdersi un giro sul tram nr.28 attraverso le strette viuzze della città e una fermata alla più antica e famosa pasticceria nel quartiere di Belém a Lisbona: la Pastéis de Belém per degusta la più buona pastela.

 

Il classico viaggio, definibile come turismo religioso, dove il sacro si miscela con il profano