Argentina, Patagonia, Terra del Fuoco
di Antonella Riboni
…….nomi che suscitano tante sensazioni nel viaggiatore grazie ad autori come Chatwin, Sepulveda…..
Una terra estesa e varia nei paesaggi naturali, che dal cuore andino e tropicale del continente si apre in pianure e altipiani verso il sud lungo le Ande. Praterie, acque, foreste, montagne, boschi e deserti creano un immenso scenario nel quale hanno trovato posto villaggi e città.
Il nome Argentina apparve per la prima volta in un poema, “La Argentina y conquista del Río de la Plata”,
che un chierico spagnolo, Martín del Barco Centenera scrisse sulle terre sudamericane, dopo la sua visita alla fine del XVI sec.. Il poeta identificò con il termine latino che definisce l’argento, il fiume che gli permise l’accesso al continente, il Rio de la Plata, che rappresentava inoltre la porta verso una terra sconosciuta, tra i cui confini, gli europei, sognavano di trovare un regno d’argento. E il sogno, che mosse la conquista e l’esplorazione di questo territorio stretto tra le Ande e il grande fiume, continuò a vivere in un nome che nei secoli divenne reale e finì per includere tutte le terre del Paese e i suoi abitanti.
Le dimensioni dell’Argentina, ma soprattutto la sua ricchezza di bellezze da esplorare e scoprire, rendono difficile un viaggio di breve durata, anche perché i suoi 3700 km di lunghezza offrono al viaggiatore un’enorme varietà di climi, di paesaggi e di culture. Dalle foreste tropicali del nord alle immense distese semidesertiche della Patagonia, dai canyon della regione di Salta, ai venti umidi del Pacifico nella Terra del Fuoco, dal verde delle Pampas ai ghiacciai delle Ande. L’Argentina è, dal punto di vista naturale, una fonte incredibile di odori, colori e sensazioni ineguagliabili per bellezza e varietà. In questa cornice naturale sono confluiti negli ultimi secoli, italiani, spagnoli, gallesi, tedeschi e tanti altri, attirati dalle possibilità del ‘Nuovo Mondo’, incontrandosi o, più spesso purtroppo, scontrandosi con gli indios.
Per un primo viaggio si può decidere di avventurarsi nella Patagonia che, da quando gli europei arrivarono per la prima volta sulle sue coste, ha affascinato viaggiatori di tutto il mondo. Una terra misteriosa e mitica, luogo di paesaggi sconfinati, di bellezze che lasciano senza fiato
E’ un’estensione di quasi un milione di chilometri quadrati, per meno di due milioni di abitanti che i primi esploratori descrissero come giganti (a causa della loro altezza) e comprende le provincie di Neuquén, Rio Negro, Chubut, Santa Cruz e la parte orientale della Terra del Fuoco.
La Patagonia, la vera Patagonia, non è un viaggio da turisti, è un’esperienza da viaggiatori veri che sanno apprezzare le caratteristiche naturali. La Patagonia è la terra che rappresenta l’idea perfetta di cosa significhi il concetto di confine, dove la natura mostra la sua forza più selvaggia ed inarrestabile; una terra in cui si viene istantaneamente rapiti da bellezze naturali: dalle balene nel golfo della Penisola di Valdes che si danno appuntamento per partorire verso la fine di giugno, per poi riprendere i loro misteriosi percorsi negli oceani ai primi di dicembre o a Punta Norte, nell’angolo nordorientale della penisola, un luogo interdetto agli esseri umani, ma in febbraio e marzo vengono costruite delle piattaforme per poter ammirare i leoni marini e gli elefanti marini e per poter osservare l’avvicinamento delle orche che raggiungono le coste per cibarsi; o alla grande colonia di pinguini a Punta Tombo, dove maschio e femmina si alternano nella cova ogni anno, da settembre a marzo e si possono ammirare rimanendo in mezzo a loro durante il loro via vai tra l’oceano e il nido. La colonia naturale di Punta Tombo ospita in media oltre un milione di esemplari di pinguini. Oppure si può vedere e ascoltare il ghiacciaio Perito Moreno da cui si staccano masse di ghiaccio con grande fragore, riempiendo di piccoli iceberg le acque verde-blu del Lago Argentino, il più grande lago della Patagonia, con una superficie di 1.466 km² e con una profondità massima di 500 mt. Mentre la maggior parte dei ghiacciai si sta ritirando, il Perito Moreno sta ancora avanzando; il suo enorme fronte lungo circa 5 km si innalza per quasi 60 m sul lago Argentino. Per osservarlo bene si possono percorrere le grandi passerelle di fronte alla parte principale del ghiacciaio oppure ci si può avvicinare in barca, ma, per viverlo veramente è consigliabile effettuare il minitrekking sopra il ghiacciaio. E’ sicuramente il più famoso e certo il più imponente dei ghiacciai patagonici, che prende il nome dal più grande esploratore argentino, il perito Francisco Moreno, che ha scoperto quasi tutto in Patagonia, tranne proprio il ghiacciaio (vi arrivò a pochissimi chilometri) e porta in suo onore il suo nome. Non è certo l’unico ghiacciaio del Parco Nazionale di Los Glaciares. Questo parco si trova nella provincia di Santa Cruz e si estende su un’area di 4.459 km² e nel 1981 è stato inserito nell’elenco dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. E’ caratterizzato da un paesaggio arido ma bellissimo, costellato da da oltre 200 ghiacciai minori e 50 grandi ghiacciai. Tra questi si possono ammirare durante un’escursione in barca i ghiacciai Upsala e Spegazzini, inaccessibili via terra. Il ghiacciaio Upsala deve il suo nome all’Università svedese di Uppsala (vecchia ortografia: Upsala), che ha condotto la prima indagine glaciologica della regione nel XX secolo mentre il ghiacciaio Spegazzini, il più alto di tutti i ghiacciai con pareti alte fino a 135 mt con un’estensione di 1,5 km., è un’enorme massa di ghiaccio turchese alimentata da tre piccoli ghiacciai. È stato il botanico Carlos Luis Spegazzini, botanico e micologo italiano naturalizzato argentino, il primo a studiare la flora della regione e in suo onore è stato battezzato questo ghiacciaio così come la località Carlos Spegazzini, nelle vicinanze di Ezeiza, nella provincia di Buenos Aires .
Un altro spettacolo della natura è Il monte Fitz Roy che si staglia ad oltre 3350 mt sopra il lago Viedma, che delimita l’estremità settentrionale del parco. Gli argentini lo chiamano Cerro Chaltén, un miscuglio di spagnolo e lingua tehuelche (lingua della popolazione locale chiamati Tehuelche o Patagoni o anche Giganti della Patagonia come vennero conosciuti dagli europei per la loro altezza media di 185 cm, davvero notevole se si pensa che l’altezza media degli Europei maschi nel XVI secolo era di 165 cm.) che significa montagna fumante, con riferimento all’anello di nubi che circonda la sua cima. Appena oltre il confine, in Cile, ma comunque visibili dal parco, ci sono le magnifiche Torres del Paine, giganti di granito modellati dalla forza del vento e del ghiaccio.
Spostandosi verso sud possiamo raggiungere la mitica Terra del fuoco, chiamata così dall’esploratore Ferdinando Magellano, che, navigando per conto della Corona Spagnola, notò, vicino alla costa il fumo dei fuochi accesi dagli Yamana, (i più antichi abitanti della zona che tenevano costantemente accesi i falò per riscaldarsi), credendo che gli indiani si nascondessero nei boschi per fare un’imboscata. La Terra del fuoco è separata dal continente dallo stretto di Magellano ed è composta dalla vasta isola Grande e da un arcipelago di centinaia di isole minori divise tra Cile e Argentina. E’ un altro must per un viaggio in Argentina.
Si parte da Usuhaia, la città più australe del mondo e capitale della provincia della Terra del Fuoco con più di 50.000 abitanti e che, nella lingua degli indios yamana, significa ‘ baia rivolta ad ovest’, per raggiungere il Parque Nacional Tierra del Fuego, il parco nazionale più meridionale dell’Argentina. Si tratta di un’ampia area di natura incontaminata e paesaggi selvaggi situata a nord del lago Fagnano. Ha una superficie totale di 63.000 ettari, di cui solamente 2.000 sono accessibili al pubblico e ha la particolarità di avere sei chilometri di coste lungo il canale di Beagle permettendo così di preservare un ecosistema anche di tipo marittimo. Al parco si può accedere sia attraverso l’unica strada, la Ruta 3, che termina all’interno del parco, nella baia di Lapataia, sia utilizzando il famoso treno turistico, El Tren del Fin de Mundo, la ferrovia in funzione più a sud del mondo, oppure utilizzando il battello, che salpa dal porto di Ushuaia. Il Parco può essere visitato seguendo i sentieri segnalati, dai quali è possibile ammirare il Lago Roca e il Lago Negra, la baia di Lapataia sul canale di Beagle, le due isole: Isla Redonda e Isla Estorbo, i fiumi e gli stagni, le foreste e le torbiere. Anche qui la natura è l’attrazione principale.
Questi pittoreschi paesaggi argentini hanno rappresentato infatti la principale attrazione dello sviluppo del turismo odierno. Alla domanda – “ perché un viaggio in Argentina?”- La risposta è: perché qui troviamo tutto : grandi laghi, altissime vette, canyon, vallate rigogliose, ghiacciai eterni e “viventi”, imponenti cascate, vulcani, deserti e …… un popolo molto ospitale.