Articolo di Tiziano Sguazzotti
Milano è conosciuta per il ruolo di motore economico dell’Italia e per essere la capitale della moda e del lusso ; durante l’Expo che si è chiuso nel 2015, ha confermato la sua grande capacità organizzativa. Un grande evento ha la finalità di portare prestigio al luogo ospitante attraverso la notorietà per generare un importante flusso turistico. La parte più difficile è sempre stata quella di far durare questa crescita al termine dell’evento. Sono molte le città che hanno fallito. La città meneghina ci è riuscita, si è mantenuta attrattiva anche dopo l’Expo, si è costruita la sua unicità ed è diventata, una marca, un brand. Il turismo fino al 2010 è stato una componente marginale a Milano. Il turismo di Milano è un mix di turismo di affari, fieristico, shopping, culturale e congressuale che occupa anche i periodi invernali. Dopo il Bosco Verticale ecco la rinascita di Torre Galfa e poi l’osservatorio Prada sopra galleria Vittorio Emanuele. Grazie ad Expo anche in alcune periferie, sono state fatte delle riqualificazioni e il tutto è stato una spinta e uno stimolo anche per i comuni limitrofi. Il centro cambia, ma anche le periferie. Quartieri periferici di Milano emergenti come il Nolo, (via Padova zona Loreto), Lodi-Porta Romana erano scordati sino a qualche tempo fa, ora Prada, Bottega Veneta hanno fatto importanti investimenti e anche i writers internazionali, si contendono i muri per far rifiorire la città. La stessa Darsena, dove prima c’erano i topi, ora si naviga con vista bistrot, panchine, ponticelli dai sospiri d’amore e qualcuno è pure tornato a pescare……e del quartiere Isola (zona Garibaldi staz F.S.) che dire? Era il luogo più desolato degli anni 90 ed oggi è la nuova mecca di bikers, esperti di moda, designer, intellettuali. I numeri del turismo a Milano dicono che è diventata una città turistica, la seconda d’Italia dietro soltanto l’inarrivabile Roma. Solo pochi anni fa, ipotizzare di stare davanti a Venezia o Firenze sarebbe stato impensabile. Sulla base di tutto ciò, sulla valorizzazione del territorio delle periferie milanesi, alcune proposte di itinerari turistici della zona periferica ovest di Milano, in particolare modo la zona sud ovest, con la periferia di Baggio e di due comuni limitrofi, considerati dormitori della città meneghina sino a qualche decennio fa: Cesano Boscone e Corsico. Tre itinerari turistici che partono dal centro ovest di Milano, Porta Ticinese, Porta Genova per poi svilupparsi percorrendo l’Alzaia Naviglio Grande sino alla periferia sud ovest di Milano arrivando a Corsico, Cesano Boscone e Baggio. Tutti gli itinerari si possono fare a piedi o in bicicletta e sono intercambiabili tra loro. Se ne può fare solo uno, due o tutti e tre insieme per i più allenati. Possono essere definiti naturalistici-culturali, un mix di bellezze, poco conosciute se non forse ai residenti della zona; alcune aree riqualificate, altre in attesa di sistemazione ma con un buon potenziale di sviluppo.
Itinerario 1 Vicolo Lavandai-Corsico:Canottieri San Cristoforo, Chiesa San Cristoforo, Canottieri Milano, Parco ex area Pozzi, Corsico centro.
Itinerario 2 Corsico-Cesano Boscone: chiesa San Giovanni Battista, Sacra Famiglia, Parco Natura
Itinerario 3 Cesano Boscone-Baggio (Mi): Marchiondi, zona Bagggio Vecchia, chiesa vecchia S.Apollinare, ex monastero degli Olivetani, parco delle Cave.
ITINERARIO 1: dal Vicolo dei Lavandai a Corsico – 8 km. tempo percorrenza 1h.38 minuti circa
Il primo itinerario parte dal vicolo dei Lavandai, vicino a Porta Ticinese, percorrendo l’Alzaia Naviglio Grande. Visto che il percorso si estende lungo l’Alzaia, non è una pista ciclabile vera e propria, anche se lo sembrerebbe, ma una Alzaia utilizzata anche dai mezzi di servizio del canale e per gli accessi alle strutture e pertanto un poco di prudenza è d’obbligo. In un anfratto del Naviglio Grande lo storico vicolo dei lavandai, recentemente restaurato, mantiene ancora intatta una centrifuga del primo 900. Prende il nome da un lavatoio che fino alla fine degli anni 50 era usato dalle donne per lavare indumenti e biancheria. Il vicolo è un posto magico, dove con un po’ di immaginazione, si può tornare indietro con il tempo e vedere i lavoratori a lavare i panni immersi nel ruscello. Oggi i locali della vecchia drogheria che vendeva sapone, spazzole e candeggina alle donne impegnate al lavatoio, ospitano il ristorante El Brellin che ha mantenuto intatta l’atmosfera dei luoghi. Il vicolo è dedicato ai lavandai e non alle lavandaie, perché nell’ottocento ad occuparsi del servizio di lavaggio erano gli uomini. La confraternita risale al 1700. Il ruscelletto (el fosset in dialetto milanese) è alimentato dalle acque del Naviglio. Un tempo le lavandaie stavano inginocchiate sul “brellin” di legno, (da qui il nome del ristorante) strofinando i panni sugli stalli di pietra ancora visibili nel vicolo.
Dopo circa 1 km. proseguendo lungo il Naviglio Grande, si raggiunge la sede della Canottieri San Cristoforo, a ridosso dell’antica chiesetta San Cristoforo, una società remiera giovane, rispetto alla più titolata, Canottieri Milano ubicata leggermente più avanti. Proseguendo sempre sull’Alzaia Naviglio Grande, dopo poche centinaia di metri (circa 200) si trova San Cristoforo, curiosa chiesetta risalente al XIII secolo. La chiesa è un suggestivo complesso costituito da due chiesette. La più antica, quella di sinistra, venne ricostruita in epoca romana, per poi essere rimaneggiata nel trecento e sorge sul percorso che conduceva a Milano dalla Lomellina, passaggio obbligato nella rete dei vari corsi d’acqua. La chiesa di destra, comunemente detta Cappella Ducale, è del XV secolo. Fu eretta da Gian Galeazzo Visconti, adempiendo al voto popolare per l’improvvisa cessazione della peste che aveva mietuto nel 1939, 20.000 vittime a Milano. La Cappella Ducale venne intitolata non solo a San Cristoforo protettore degli appestati, ma anche ai santi Giovanni Battista, Giacomo e alla Beata Cristina, protettori dei Visconti per commemorare la vittoria riportata sugli Armagnacchi. Sulla facciata venne inserito il celebre stemma di famiglia con il biscione, accanto a quello del comune con la croce rossa in campo bianco. L’interno, trasformato in due navate nel 1625 con l’abbattimento della parete che separava le due chiese, presenta un soffitto ligneo con affreschi sulla parete della scuola di Bergognone, mentre quelli dell’abside sono della scuola di Bernardino Luini. Più ricca la parte della Cappella Ducale con vari dipinti del XV secolo.
La camminata dopo la visita di questa bellezza, prosegue sempre lungo l’Alzaia, dove, dopo circa km.2,8 si giunge all’altra sede storica dei vogatori di Milano “La Canottieri Milano” nata nel 1890, sede anche di un centro polisportivo (basket, tennis, tuffi, pallanuoto), la più antica d’Italia. Vanta titoli olimpici, mondiali, italiani in varie discipline e nel corso della sua storia, è diventata un riferimento per la città meneghina nell’avviamento allo sport. Il suo motto principale è “Volenti Nil Difficile” oltre a “Relax e Sport e “Lo Sport per Tutti”.
Costeggiando il Naviglio, dopo un tratto di 4 km. si giunge a Corsico, parco ex area Pozzi, una ex area industriale, sorta nei primi anni del 900, attualmente riqualificata. L’area era in passato quasi interamente occupata, dagli stabilimenti produttivi dell’azienda che operava nel settore delle ceramiche, che vennero dismessi e di conseguenza demoliti. L’idea di progetto è stata quella di creare un grande parco, uno spazio aperto, utilizzabile da tutti e a stretto contatto con gli elementi naturali, quali verde e acqua. La fabbrica, come la ex cartiera Burgo, hanno lasciato spazio alla modernità e a una realtà che è mutata sia dal punto di vista economico che sociale. La città ha cambiato pelle, non più fabbriche e dormitori pubblici, ma verde e natura. L’ingresso è segnato con una grande scritta in Corten, a memoria dell’antico passato.
Lo slogan “Corsico fatti bella” trova valorizzazione nella messa a punto di queste aree
della zona del Naviglio. Sempre proseguendo per circa 1 km. si giunge nel centro storico della città. Il nucleo originario di Corsico sorse lungo il Naviglio Grande, leggermente verso nord, sviluppandosi lungo l’asse centrale dell’attuale via Cavour, con in fondo la chiesa parrocchiale, posta perpendicolarmente alla strada. Ora tutta questa zona è una bella isola pedonale. Da qui si può partire per visitare la Cascina Guardia di Sopra, vecchio edificio appartenuto ai casati degli Sforza e dei Visconti ora sede del centro culturale buddista Soka Gakkay e la sorella minore Guardia di Sotto di cui una parte del vecchio e diroccato complesso, è stato demolito per via del degrado.
A unire le due porte della città, si trova il ponte pedonale in cemento, costruito a metà degli anni 50 per permettere ai lavoratori di raggiungere la vecchia Vigevanese e proseguire verso Milano o le cascine dei paesi limitrofi. Più avanti, il vecchio lavatoio e lungo l’Alzaia, villa Triste, così nominata, per le violenze perpetrate durante l’epoca fascista. Da qui si può proseguire per la seconda tappa, verso Cesano Boscone comune limitrofo della periferia sud-ovest.