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LETTERE AL DIRETTORE - APRILE 2022

di Marina Ambrosecchio

Caro Direttore, cos’è il “turismo lento” ?

La definizione online descrive il SLOW TRAVEL  o TURISMO LENTO come un approccio al viaggio che enfatizza la connessione con la popolazione locale, le culture, il cibo e la musica. Si basa sull’idea che un viaggio ha lo scopo di educare e avere un impatto emotivo, pur rimanendo sostenibile per le comunità locali e l’ambiente.

Questa tendenza o meglio ancora movimento è collegata al movimento Slow food che nasce da Carlo Petrini e da un gruppo di attivisti nel 1980 per resistere all’apertura di un McDonald’s vicino a Piazza di Spagna a Roma, con l’obiettivo iniziale di difendere le tradizioni regionali, il buon cibo, il piacere gastronomico e un ritmo lento della vita.

 

Si sente parlare di una ripresa del turismo in Italia…Le risulta sia effettivamente così ?

Se consideriamo i dati delle ultime stagioni 2020 e 2021, possiamo senz’altro affermare che assistiamo ad una ripresa del turismo. Tuttavia è  soltanto da Pasqua 2022 che abbiamo  rivisto i primi  turisti stranieri affollare le nostre città d’arte e le località balneari del Sud, tendenza che farebbe ben sperare in relazione ad una ripresa consistente. Permane, però, il grosso interrogativo legato alla guerra in Ucraina che lascia tutti in sospeso , in attesa di vedere l’effettiva evoluzione degli eventi collegati. In molte aree dell’Italia la mancanza dei turisti russi costituisce e costituirà una grave lacuna con un grave impatto economico per gli operatori turistici abituati a dialogare con un pubblico alto spendente.

 

Il Cammino di Santiago è noto in tutto il mondo. Ma in Italia c’è un cammino altrettanto noto…forse la Via Francigena ?

Mi piace iniziare la risposta con quanto scritto nel “Il portico della Gloria” che dà ragione del desiderio di iniziare il pellegrinaggio:

“Il pellegrino è colui che cerca, accettando l’incalcolabile rischio di trovare. Perché trovare significa non essere più quello che si era prima. E’ cambiare. E’ morire. Per rinascere”.

La via Francigena, forse meno nota ma altrettanto antica, era fin dal medioevo un’importante via di collegamento verso oltralpe, percorsa da pellegrini e viandanti ed essendo Roma una delle mete più frequentate, la Via Francigena si trovò in posizione centrale rispetto alle tre peregrinationes maiores, le tre vie di pellegrinaggio che portavano a Gerusalemme, Santiago de Compostela e Roma. Nel 1994 il Consiglio d’Europa ha riconosciuto l’antica direttrice storico-religiosa come Itinerario Culturale Europeo, al pari del Cammino di Santiago.  Il percorso ufficiale della Via Francigena, fedele a quello narrato dall’Arcivescovo Sigerico nei suoi Diari, ha una lunghezza di 1.800 chilometri ed è articolato in 79 tappe, da Canterbury fino a Roma. In Italia l’antica via attraversa sette regioni – Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Lazio – e 140 Comuni, per un totale di 45 tappe.

Oggi, nel terzo millennio, la Via Francigena sta ritrovando nuova linfa vitale per il suo mantenimento poiché sempre più numerosi sono i pellegrini che, ogni anno, vanno alla scoperta di antichi tracciati ricchi di paesaggi, bellissime   città e un ricchissimo patrimonio artistico.