VIAGGIO NELLA POLONIA CATTOLICA
di Tiziano Sguazzotti
La Polonia è un paese con una storia tragica ed eroica allo stesso tempo: tragica perché è incuneata tra vicini potenti e aggressivi (a est il colosso russo a ovest la potente Germania). Eroica perché il popolo polacco ha sempre affrontato i numerosi momenti difficili, quali le invasioni, le spartizioni e occupazioni sino alla devastazione della seconda guerra mondiale con gli orrori dei campi di concentramento e l’annientamento di una città come Varsavia alle durezze del regime comunista. Proprio questa storia difficile ha forgiato il forte nazionalismo dei polacchi, un nazionalismo che si è sempre fuso e confuso con la fede cattolica. Un paese in cui la chiesa come istituzione è sempre stata più che altrove forza politica di primo piano. Negli anni del regime comunista la chiesa ha rappresentato di fatto l’unica opposizione legale e il solo interlocutore di un potere totalitario che per decreto aveva abolito ogni conflitto sociale e politico in una società che per definizione ideologica doveva essere senza classi. Nei difficili anni 80 la chiesa si è fatta garante del passaggio dal vecchio regime militare al nuovo di tipo democratico evitando al paese ulteriori conflitti. Assieme all’incanto del paesaggio ricchissimo di foreste, con città d’arte e storia con influenza della cultura occidentale si accosta una vitalità cattolica sostenuta da tanti santi e martiri con al centro la grande devozione alla Madonna Nera di Czestochowa
Czestochowa cittadina strettamente connessa al suo più famoso monumento: il convento e la fortezza di Jasna Gora, il più importante centro di culto religioso della Polonia, meta di grandi pellegrinaggi. La città è divisa in due dal viale della Santissima Vergine e sull’altura chiamata Jasna Gora (monte luminoso) dove fu fondato nel 1382 su iniziativa del re di Ungheria e di Polonia, un convento per i Padri Paolini fatti venire dall’Ungheria. Il cuore della basilica è la cappella che custodisce l’icona miracolosa della Vergine. L’altare attuale, del 1650 è considerato una delle opere più significative del primo barocco in Polonia. Nel 1673 il quadro miracoloso viene ricoperto con una preziosa lamina d’argento, mentre un magnifico velario d’argento nasconde il quadro in alcune ore del giorno e della notte. Si narra che il quadro sia stato dipinto dall’Evangelista San Luca, sulla tavola di legno sulla quale pregava la Vergine Maria, al fine di tramandare l’eccezionale bellezza della Madonna. Il quadro venne portato a Costantinopoli e messo in tempio. Un principe ruteno affascinato dalla sua bellezza pregò l’imperatore di donarglielo. Portato in Rutenia (attuale Ucraina occidentale) l’immagine ornata d’oro e gemme preziose divenne ben presto famosa per numerosi miracoli. Dopo la vittoria contro le truppe tartare e lituane il quadro fu portato in Polonia a Jasna Gora e affidato al monastero dei paolini. Le ricerche più recenti hanno stabilito che inizialmente il quadro era un’icona bizantina del VI-VII secolo. La crescente notorietà dell’Immagine Miracolosa fece sì che in breve tempo il monastero divenisse un santuario meta di numerosi pellegrinaggi e custodia di ex voto di inestimabile valore. Tutte queste ricchezze vennero razziate nell’aprile 1430 da una banda di ussiti di Boemia che assalì il monastero. Dopo essersi introdotti a forza nella cappella della Madonna strapparono dall’altare il dipinto lo spogliarono di tutti i preziosi e poi a colpi di sciabola infersero profondi tagli sul viso della Vergine. Il quadro fu rotto in tre pezzi, portato a Cracovia e sottoposto ad un’eccezionale opera di restauro. La tavola fu rappezzata e incollata e si fece un nuovo dipinto a tempera il più fedele possibile all’originale. A ricordo del fatto furono di nuovo segnate le tracce dei tagli subiti. I pellegrinaggi sono continui con una partecipazione straordinaria, in modo particolare attorno alla solennità dell’Assunzione, quando da tutta la Polonia vengono qui a piedi schiere di giovani e meno giovani. Da Varsavia sono 250 Km. e il cammino dura una decina di giorni . Programmi realizzabili in 4-5-6-7-8 giorni con visite ovviamente di Czestochowa, di Oswiecim (Auschwitz), distante circa 70 km. da Cracovia oggi grande centro industriale. La cittadina è più conosciuta con il nome tedesco Auschwitz per il grande campo di concentramento costruito durante la seconda guerra mondiale dai nazisti. Il campo era vastissimo e diviso in tre parti: Auschwitz I, II che si trovava a Birkneau, dove si trovava la stazione ferroviaria in cui avveniva la prima selezione dei prigionieri ed Auschwitz 3. All’ingresso del campo la macabra scritta “ Arbeit macht frei” (il lavoro rende liberi). All’interno oltre le celle, le camere a gas anche un museo dove sono conservate cumuli di scarpe, valigie, effetti personali, protesi, occhiali ecc. ecc.. Anche i capelli dei prigionieri servivano per produrre tessuti e così come i denti d’oro, erano una costante fonte di reddito dei nazisti. Anche se la visita al campo di concentramento non è sicuramente piacevole è una testimonianza istruttiva del luogo in cui è stata scritta una delle pagine più tragiche della nostra storia europea, che portano nel contempo la testimonianza del martirio di S.Massimiliano Kolbe e di S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein).
CRACOVIA, un pezzo di vecchia Europa autentico, con l’imponente vista del castello di Wawel (la collina del Wawel), sede di due dinastie di sovrani polacchi, uno dei più importanti centri politici europei nel XV e XVI secolo. Attualmente è sede di raccolte d’arte statali dove si possono ammirare oltre al tesoro reale, preziose raccolte di dipinti, armi antiche e artigianato. La favolosa piazza del mercato, la magnifica sala capitolare dell’ antica università. La città vecchia conserva la struttura urbana del secolo XIII e si sviluppa attorno al mercato centrale, cuore di tutta la città abbellito dall’edificio gotico in mattoni, ancor oggi un bazar traboccante di merci. Domina la piazza la chiesa parrocchiale, costruzione gotica dedicata all’Assunta. Dalla torre di sinistra ogni giorno alle 12.00 il trombettiere suona un inno mariano.
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