Public Speaking

PUBLIC SPEAKING: ISTRUZIONI PER L’USO (e sconfiggere l’ansia)

di Pio De Gennaro

Molte persone credono che l’imparare a parlare efficacemente in pubblico riguardi solo  chi, nell’ambito della propria attività, sia destinato ad affrontare platee più o meno numerose in situazioni di grande ufficialità.

Spesso mi sento chiedere: “Interessante argomento ma a me a cosa serve? Sono solo un impiegato!” Sai cosa rispondo? “Sicuramente non parlerai mai davanti a mille persone (poi, nella vita, mai dire mai) tuttavia siamo sicuri che non ti verrà chiesto di gestire una semplice riunione di lavoro con un gruppo di colleghi con i quali non hai nemmeno molta confidenza? O di parlare della tua azienda o di un suo servizio/prodotto ad uno o più clienti o, ancor prima, siamo sicuri che non farai mai più un colloquio di lavoro?”

Infatti, parlare in pubblico non è solo “salire  su un palco” ma riguarda tutte quelle situazioni in cui, in un contesto più o meno ufficiale, devi esprimerti davanti a persone che conosci appena o peggio ancora non conosci affatto, fosse anche una soltanto. Quindi, possiamo parlare di public speaking quando presentiamo un prodotto/servizio ad un cliente, quando interveniamo ad una riunione di lavoro, quando affrontiamo un colloquio di selezione o anche un esame universitario (ricordi infatti quando il voto non è stato come avresti meritato solo perché ti sei fatto prendere dall’ansia?)

Ripetendo quindi il mio mantra, non importa la faccia che hai, importa la faccia che fai, ecco dimostrata la necessità saper organizzare non solo i contenuti dei propri discorsi ma ancora di più il saper confezionarli efficacemente.

Molte persone, quando affrontano il pubblico, l’estraneo, vengono sopraffatti da stati d’ansia più o meno invadente che in molti casi compromette l’esito della prestazione e allora, ecco alcuni consigli che, se seguiti con attenzione, ti aiuteranno a raggiungere i tuoi obbiettivi.

Partiamo innanzitutto dall’ansia: sai perché arriva? Perché, in previsione della tua “performance” ti poni domande a cui non sai rispondere (cosa accadrà? Cosa mi chiederà? E se…?). La risposta a queste domande non esiste mentre viceversa puoi prepararti così minuziosamente che lascerai poco spazio di intervento (e quindi a domande inaspettate) a chi avrai davanti a te perché solo nel sentirti parlare si sentirà già molto soddisfatto. Ricorda, più sarai concentrato su tutte le tantissime cose che sei in grado di fare e meno avrai modo di chiederti cosa potrebbero fare gli altri, senza trovare ovviamente risposta.

E poi, organizza il tuo intervento (vale anche se devi parlare di te ad un colloquio), innanzitutto scrivendo quello che devi dire e dividendo il tutto in 4 fasi (da qui ai prossimi 3 articoli li analizzeremo uno per volta) 

Ecco la fase 1: la progettazione di un discorso.

    1. Prepara con cura e in ogni aspetto il tuo intervento rispondendo a domande come: Chi mi troverò davanti e che caratteristiche avrà? In che contesto mi troverò? Chi sono io per chi mi ascolterà? Ricorda, più sappiamo del nostro pubblico e più il pubblico percepisce che siamo attenti ai presenti e ai loro bisogni.
    2. Può sembrare scontato ma studia approfonditamente l’argomento da trattare cercando di capire se e cosa è stato anticipato di quel argomento e quali possono essere le aspettative del nostro pubblico. Ci sono punti che dovremmo evitare? Metti insieme tutti i materiali e le informazioni che possono essere utili al tuo discorso perché solo conoscendo bene il cosa possiamo cambiare qualcosa.
    3. C’è differenza se parli a nome tuo o rappresenti qualcun altro perché così definirai meglio gli obbiettivi da raggiungere. Cerca di comprendere perché sei lì e perché proprio tu, perché ti verranno ad ascoltare e quali possono essere gli indicatori di successo ovvero, quali saranno gli elementi oggettivi che confermeranno che hai fatto un buon lavoro, perché se non conosci il motivo per cui parli gli altri non ne avranno uno per ascoltarti.
    4. Quanto tempo avrò a disposizione? Sarò il primo a parlare o il mio momento verrà dopo? Devo iniziare una giornata di lavoro o concluderla? Avrò delle pause? Ricorda, il saggio parla sempre al momento giusto.
    5. Dove mi troverò? Ho possibilità di organizzare lo spazio disponibile? Come e dove sarà seduto chi mi ascolterà? Rendi il tuo qui il miglior dove!
    6. Quali saranno le strategie comunicative che sarà opportuno adottare? Dispongo di strumenti che mi aiuteranno a veicolare efficacemente il messaggio? Dispongo di aneddoti e storie per rendere più attraente il mio racconto? La vera differenza è nel come facciamo la differenza.

 

Questo è ciò che dovremmo fare prima di iniziare a parlare, anche se dovremo lasciar spazio, almeno in parte all’improvvisazione perché, come diceva Mark Twain : “Di solito impiego tre settimane a preparare un buon discorso improvvisato”.

Nel prossimo articolo invece, parleremo di “come iniziare efficacemente un discorso”. 

Conosci già qualche trucco?