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MILANO ROMANA E PALEOCRISTIANA

di Marina Ambrosecchio

A una grande città come Milano, votata alla tecnologia, al lavoro imprenditoriale e proiettata verso il futuro, spesso si nega un’origine antichissima. Potrebbe essere una sorpresa, per molti, sapere che Milano è stata per un breve periodo la Capitale dell’Impero Romano d’Occidente (IV sec d.C.).

Un giro a piedi per la città antica può aiutarci a scoprire una parte di Milano sconosciuta.

Partiamo da Piazza Duomo, dove agli albori della Cristianità era presente un complesso episcopale di battisteri e basiliche. Sono visibili, sotto la Cattedrale, i resti del battistero di San Giovanni alle Fonti e la vasca del Battistero di Santo Stefano. Proseguiamo a piedi e, in piazza Missori, troviamo San Giovanni in Conca (attualmente non consacrata, ma sede di eventi). Dell’impianto originale (l’edificio venne ricostruito in epoca romanica per poi essere in parte abbattuto), rimangono l’abside e la cripta della Basilica. Un grande esempio di edificio paleocristiano è rappresentato dalla Basilica di San Nazaro. Sorta anch’essa per volere di Ambrogio (dal 382), venne consacrata nel 386 con le reliquie dei Santi, dai quali deriva la sua prima intitolazione “Basilica Apostolorum”. Da lì ci spostiamo alla Basilica di Sant’Eustorgio, dove alcuni scavi (XIX sec.) hanno portato alla luce, al di sotto dell’attuale basilica, un edificio di culto paleocristiano; nelle vicinanze è la Basilica di San Lorenzo (con la Cappella di Sant’Aquilino). L’edificio è fronteggiato da un colonnato marmoreo del II sec. d.C, proveniente da una costruzione romana e reimpiegato nell’atrio della basilica.

 

In via De Amicis, troviamo il Parco dell’Anfiteatro Romano: il teatro sorse nel I sec. d.C e vi si svolgevano le lotte tra uomini e animali feroci, esecuzioni pubbliche e, addirittura, battaglie navali. Della Milano Paleocristiana è giunta fino a noi una grande testimonianza: la Basilica di Sant’Ambrogio, costruita per volere di Ambrogio tra il 379 e il 386. All’interno della basilica, meritano una visita il Museo di Sant’Ambrogio e Mosaici e la Cappella di San Vittore in Ciel d’Oro. Prima di arrivare al Civico Museo Archeologico, è importante segnalare che lungo l’odierna Via San Vittore, nel luogo dove si prospettava un’antica necropoli, venne eretto in epoca tardo-antica un recinto della forma di un ottagono, con torri agli angoli. Tale spazio diventò un luogo di sepoltura privilegiato continuando ad ospitare tombe cristiane e un sontuoso mausoleo imperiale. Quest’ultimo venne annesso successivamente alla basilica di San Vittore al Corpo e in seguito abbattuto (XVI sec.). Infine, arriviamo al Museo Archeologico. Attualmente le sale espositive offrono la possibilità di effettuare alcuni percorsi tematici di Milano Antica. Il museo si sta avviando ad una trasformazione radicale che permetterà l’ampliamento, dando vita ad un polo completamente dedicato alla storia più antica di Milano.

 

Vale la pena segnalare che presso il giardino del museo, in Corso Magenta rimane una testimonianza delle Mura Massimiane che facevano parte del rinnovamento edilizio voluto proprio dall’imperatore Massimiano: si tratta della Torre di Ansperto, costruzione a 24 lati collegata ad un tratto di mura. Le fondamenta di tale complesso sono visibili nei sotterranei dell’edificio.

Infine, ci riavviciniamo a Piazza Duomo, passando prima per piazza Affari, dove, sotto i Palazzi della Borsa e della Camera di Commercio, si trovano i resti del Teatro (I sec. a.C.), poi transitando per la piazza San Sepolcro. La chiesa del Santo Sepolcro è costituita da una parte superiore e una parte inferiore. Fu fondata nel 1030 sui resti del Foro Romano, di cui utilizza, nella chiesa inferiore, le lastre pavimentali. Al centro di quest’area, dove sorge anche la Biblioteca Ambrosiana, venivano ad incrociarsi ad angolo retto il prolungamento di due vie, che possiamo ritenere il cardo e il decumanus. Proprio qui vi è il nocciolo dell’antica città romana. Prima di tornare in piazza Duomo, dove termina l’itinerario, vale la pena ricordare che la Milano antica è oggetto di un grande programma di riscoperta e valorizzazione che sta coinvolgendo enti pubblici, prestigiose università ed istituzioni culturali milanesi. 

 

Duomo di Milano

Il Duomo è la chiesa simbolo della città. Dedicato a Santa Maria Nascente, voluto da Gian Galeazzo Visconti, sorge sul luogo della basilica altomedievale di Santa Maria Maggiore. Interamente costruito in marmo di Candoglia, fu iniziato nel 1386. è affascinante per la sua imponente struttura, per le decorazioni scolpite e per le splendide vetrate. E la più importante testimonianza in Italia di architettura gotica internazionale, unica e inconfondibile per la fusione di caratteri nordici ed elementi lombardi. La facciata è caratterizzata da finestroni di disegno classico e dal coronamento in stile neogotico.

All’interno, di particolare interesse è l’area del presbiterio, ristrutturata nella seconda metà del 500. Alla sommità della volta absidale si trova la reliquia del Sacro Chiodo della Croce. All’esterno, la grandiosa mole dell’edificio è coronata dalla guglia maggiore con la famosa Madonnina, statua in rame dorato, alta 4 metri, realizzata nel 1774. La salita alle terrazze permette, nelle giornate di bel tempo, di godere di una vista sulla città e sulle Alpi. La ricchissima fioritura di sculture comprende 3.500 statue, compresi i 96 giganti dei doccioni. La chiesa è lunga esternamente 157 metri, larga al transetto 92 metri. La guglia più alta arriva a 108,50 metri ed è sormontata dalla “Madonnina”.

 

Duomo – Battisteri

All’interno della Cattedrale, varcato l’ingresso principale, si scende sotto il Sagrato del Duomo, dove si trovano i resti del Battistero di San Giovanni alle Fonti, detto anche di Sant’Ambrogio, necessario completamento della Basilica di Santa Tecla, ora scomparsa. In questo Battistero, il 24 aprile del 387, Ambrogio battezzò S. Agostino. La costruzione ottagonale si rifaceva al tipico mausoleo romano. Nell’“antiquarium” si possono ammirare migliaia di tessere policrome che ne ornavano la volta ed elementi della decorazione parietale.

 

Basilica dei Santi Apostoli e Nazaro

La Basilica di San Nazaro, la più importante testimonianza d’arte paleocristiana, riveste un ruolo considerevole come sito di devozione e adorazione delle reliquie degli apostoli. Fatta costruire su volontà del vescovo Ambrogio, risultava già edificata nel 386 con la sua caratteristica forma a croce latina e una navata rettangolare lunga 56 metri. All’incrocio dei suoi assi, trova ubicazione la Cappella di San Nazaro, realizzata in argento con alcune tracce dorate e contenente la teca di Manlia Dedalia e le reliquie degli apostoli Giovanni, Andrea e Tommaso. Nel 1075 San Nazaro venne ricostruita, dopo un incendio, in forme romaniche. La facciata della basilica, che sorge nell’omonima piazza, di fronte al corso di Porta Romana, è coperta dal Mausoleo Trivulzio (Gian Giacomo Trivulzio famoso condottiero politico coinvolto nelle vicende di contesa dei domini dei territori della signoria di Milano), che fu progettato dal Bramantino a pianta ottagonale nel 1512. Fondata nel quarto

secolo, col nome originario di basilica Apostolorum, cioè degli apostoli, venne ribattezzata nel 396 con l’attuale nome, in onore del suo fondatore, San Nazaro. Attualmente rimangono solo pochi resti visibili, nei muri, nella pavimentazione e nelle basi che sorreggono il tiburio, del periodo paleocristiano.

 

Basilica di Sant’Eustorgio

Fu fondata tra il 315 e il 331 per volere del vescovo Eustorgio allo scopo di ospitarvi le reliquie dei Magi da Costantinopoli, che furono però trafugate nel 1164 dal Barbarossa. Solo nel 1903 vennero restituite in minima parte alla basilica, dove oggi vengono conservate in un’urna collocata nella Cappella dei Magi. Lungo la fiancata destra della chiesa, che assunse la sua veste romanica a partire dall’XI secolo, furono aperte alcune cappelle, fra cui la Cappella Portinari, eretta da Pigello Portinari, procuratore del Banco dei Medici a Milano, sia come propria cappella gentilizia sia per custodire il reliquiario con la testa di San Pietro Martire. Costituita da due vani a pianta quadrata, coperti da cupole con una decorazione policroma tipicamente lombarda, è una delle più notevoli opere del Rinascimento lombardo. Nella parte alta si può visitare l’importante ciclo di affreschi (Vincenzo Foppa e Giovanni Balduccio). Notevole è anche il maestoso campanile trecentesco.

 

Basilica di San Lorenzo Maggiore

Testimonianza importante della Milano romana e paleocristiana, la basilica si trova di fronte alle sedici colonne romane corinzie che introducono al sagrato, ove domina una copia bronzea della statua dell’Imperatore Costantino. La basilica, il cui impianto originario risale alla fine del IV secolo – inizio V, dopo innumerevoli crolli ed incendi è stata oggetto di numerosi restauri (1911, 1916, 1937-38). Ne deriva una sovrapposizione di elementi, con prevalenza delle strutture paleocristiane ma con presenze romaniche e tardo cinquecentesche. La facciata è ottocentesca e l’imponente e poderosa cupola, la più grande di Milano, è del 1619.

 

Parco dell’Anfiteatro Romano e Antiquarium Alda Levi

Destinato alla valorizzazione del parco in cui sono stati rinvenuti i resti dell’Anfiteatro Romano, l’Antiquarium annesso all’arena ha il compito di spiegare come funzionavano gli anfiteatri e quello di Milano in particolare. Raccoglie inoltre l’insieme dei ritrovamenti archeologici del quartiere.

 

Basilica di Sant’Ambrogio

L’attuale edificio venne elevato sul perimetro della precedente Basilica Martyrum, costruita alla fine del IV secolo da S. Ambrogio, patrono della città, grande figura di riformatore e difensore della Chiesa. La ricostruzione della chiesa ebbe inizio alla fine del IX secolo, data a cui risale il campanile di destra di stile preromanico, detto dei Monaci. Alla metà del X secolo risale la parte absidale, mentre il corpo della chiesa venne realizzato dalla fine del XI e nel XII secolo, in forme romaniche. La chiesa è preceduta da un ampio quadriportico e rappresenta uno dei più importanti esempi di architettura romanica in Italia e in Europa. Sul lato sinistro della facciata si eleva il campanile dei Canonici della fine del XI secolo. Tra le opere d’arte conservate al suo interno si segnala in particolare il famoso altare d’oro, realizzato nel IX secolo da Volvinio e altri maestri orafi. Si tratta di una cassa interamente rivestita di lamine d’oro e d’argento con cornici in smalto e pietre incastonate. Sotto il presbiterio si può visitare la Cripta che conserva i corpi dei Santi Ambrogio, Protaso e Gervaso. Nella Cappella di S. Vittore in Ciel d’Oro, costruita nel IV secolo e decorata a mosaico, si conserva la

più antica e realistica immagine di S. Ambrogio. Annesso alla Basilica vi è il Museo di S. Ambrogio. Sul fianco sinistro della Chiesa sono visibili due lati del Portico della Canonica, progettati dal Bramante prima del 1492 e lasciati incompiuti nel 1499 a causa della caduta di Ludovico il Moro, Duca di Milano e committente dell’opera. Alle spalle della Basilica sorge il grande complesso monastico con due chiostri progettati nel 1498 da Bramante, oggi sede dell’Università Cattolica.

 

Tesoro di Sant’Ambrogio e Mosaici

Il Tesoro di Sant’Ambrogio, un’interessante e preziosa esposizione di opere orafe ed altri cimeli di particolare valore artistico e religioso dal XIII al XIX secolo, è conservato nella basilica più importante di Milano.

 

Museo Archeologico

Il museo sorge nel complesso del Monastero Maggiore le cui origini risalgono al IX secolo d.C.. Nel chiostro è visibile l’unica torre della cinta muraria fatta costruire dall’Imperatore Massimiano (fine III sec. d.C.). Il percorso espositivo comincia dalla sede di corso Magenta, che ospita prevalentemente reperti della Milano antica, e prosegue nella nuova ala di via Nirone con tre sezioni dedicate alla Lombardia Altomedievale, al mondo Etrusco e al mondo dei Greci. Nella sede di corso Magenta, al piano terra è collocata la sezione dedicata a “Milano Antica” (dal V secolo a.C. al V secolo d.C.), mentre al piano interrato, oltre a due piccole ma significative sezioni sull’Arte del Gandhara e Caesarea marittima, si trovano la sezione, ampliata, di “Abitare a Mediolanum”, che illustra le diverse tipologie abitative milanesi dell’epoca imperiale, esponendo tre pavimentazioni a mosaico di domus risalenti al II-III secolo d.C.. Nel giardino sono conservati i resti di una domus romana del I sec. d.C., di cui è stata recentemente ristrutturata la preziosa pavimentazione a mosaico. 

 

Palazzo della Borsa

Sorto nel 1929-31, affaccia l’elegante scalinata e le massicce colonne in Piazza degli Affari. All’interno è la Sala delle Contrattazioni (Sala delle Grida), risistemata dallo studio BBPR per riunioni e congressi. Nei sotterranei sono visibili i resti del Teatro romano del I secolo d.C., distrutto, pare, dal Barbarossa (1162).

 

Chiesa di San Sepolcro

La chiesa fu fondata poco dopo il Mille da Benedetto Ronzone, per poi essere ricostruita nel 1100 da un suo pronipote con le forme del Santo Sepolcro di Gerusalemme. I due campanili furono aggiunti nel XII secolo, la facciata fu ritoccata alla fine del Cinquecento, mentre l’interno fu radicalmente rinnovato più tardi, in chiave barocca, sotto il cardinal Federico Borromeo. L’ultimo intervento ottocentesco demolì interamente la facciata per ricostruirla in stile romanico-lombardo. All’interno la pianta presenta un’impostazione romanicolombarda, anche se mascherata dalle strutture barocche. Cinque navatelle, divise da esili colonnine, conservano un sarcofago trecentesco di fronte al quale è collocata la statua cinquecentesca di San Carlo Borromeo.

 

Biblioteca Ambrosiana

La Biblioteca Ambrosiana, fondata dal Cardinale Federico Borromeo nel 1607, ha carattere storico, letterario, religioso. Al suo interno propone, agli studiosi di ogni nazionalità, il suo patrimonio, caratterizzato da volumi, manoscritti, pergamene, disegni ed incisioni. La conservazione dei beni è garantita grazie ad una costante opera di restauro. All’interno della Biblioteca Ambrosiana è presente il celebre manoscritto di Leonardo da Vinci, il “Codice Atlantico”. Si tratta della più importante raccolta di manoscritti vinciani al mondo, all’interno di cui si trova una dettagliata documentazione dei suoi contributi alla meccanica, alla matematica, all’astronomia, alla botanica, alla geografia, all’ anatomia e alla fisica.