Lygos, Megara…. Bisanzio, Nuova Roma, Costantinopoli, Istanbul
di Fulvio Badetti
Parlare di questa città non è cosa semplice. Costantino nel 330 d.C. fondò la sua Nuova Roma sulle rive del Bosforo, in quello stesso sito che già 1000 anni prima era occupato da Bisanzio. La città imperiale di Costantinopoli non era sorta dal nulla, ma poggiava su una città molto più antica, non romana e non cristiana: la colonia greca di Bisanzio.
Il primo insediamento si fa risalire a ben ottocentomila anni fa. All’epoca, tra il Mediterraneo ed il Mar Nero non c’era un collegamento e l’attuale Mar di Marmara era solo un lago d’acqua dolce. Vicino alle sue sponde si stanziarono 8.500 anni fa alcuni agricoltori che provenivano dalla vicina Anatolia, infatti gli archeologi hanno rinvenute tracce di un insediamento neolitico collocato a oltre sei metri dall’attuale livello del mare.
Nell’Età del Bronzo e successivamente nell’Età del Ferro (1.100 – 900°a.C.) l’attuale Punta del Serraglio (l’attuale Palazzo di Topkapi) era popolata da genti arrivate dai Balcani.
Pertanto, prima di Bisanzio (fondata da Bisante) pare fosse chiamata Lygos (in greco Lupo) e nel 1°secolo a.C. fosse stata rifondata da una spedizione di coloni proveniente dalla greca Megara.
Queste sono solo delle sintesi storiche che poi portarono alla conquista da parte degli Ottomani il 29 Maggio del 1.453 con il Sultano Maometto II.
Scoprire come gli abitanti di Costantinopoli prima e di Istanbul dopo, si sono rapportati al passato remoto del suolo che occupavano, e che in origine apparteneva sempre “ad altri”, pone un dibattito attuale sulla questione dell’identità e delle radici di queste popolazioni. Numerose le lingue che si sentivano parlare, Greco, Latino, Persiano, Arabo, Turco, Cumano, Russo, Ebraico, Veneziano, Genovese….
Una città unica al mondo che si estende tra due continenti, divisa dal Bosforo che collega il Mar Nero al Mar di Marmara ed il Mar di Marmara attraverso i Dardanelli al Mar Mediterraneo.
ISTANBUL
Oggi iniziamo la nostra visita di un quartiere poco conosciuto dai turisti: Balat
Balat era il quartiere ebraico, che rimase tale sia sotto i bizantini, sia sotto la dominazione ottomana, questo, ancora una volta, a dimostrare il clima di convivenza interreligiosa che ha sempre caratterizzato Istanbul.
Gli Ebrei sefarditi raggiunsero i loro confratelli nel 1492 a seguito dell’Inquisizione Spagnola quando, dopo la caduta del Regno moresco di Andalusia, furono costretti a convertirsi al cristianesimo oppure subire una morte atroce.
Il sultano ottomano Bayezid II (1481 ˗ 1512), invió una grande flotta, guidata da Kemal Reis, affinché salvasse gli ebrei sefarditi. Il sultano diede loro, quindi, la possibilità di rifugiarsi presso l’impero ottomano dove trovarono ospitalità ad Istanbul.
Gli ebrei hanno cominciato a lasciare il quartiere dopo il forte terremoto del 1894, spostandosi in parte nel quartiere di Galata ed in parte emigrando in Israele.
Dopo il 1960 la residua minoranza ebraica benestante di Balat si è trasferita nel quartiere di Şişli. Di conseguenza si è assistito ad una completa trasformazione del quartiere, che da zona estremamente ricca si è in fretta trasformata in zona di immigrati delle classi sociali più basse, comportando un periodo di profonda trascuratezza a cui solo oggi si sta facendo fronte grazie ad un importante progetto di riqualificazione patrocinato dall’Unesco.
Oggi, per fortuna ci troviamo di fronte ad un intrigante progetto di riqualificazione.
Nel quartiere di Balat sono sopravvissute soltanto tre sinagoghe, fra quelle che una volta erano state costruite e sono: la Sinagoga di Cana, la Sinagoga di Yanbol del 15 secolo e quella di Ahrida costruita nel 1592, considerata la piú bella, un vero capolavoro e tuttora funzionante. Tuttavia è possibile visitarla solo previo contatto con il rabbino.
Attualmente ad Istanbul, vivono circa 20.000 ebrei sefarditi.
Possiamo raggiungere Balat sia in autobus da Eminonu, sia in battello da Karakoy navigando lungo il Corno d’Oro.
Appena arrivati troviamo la chiesa armena Sveti Stefan proprio vicino all’imbarcadero di Balat. La caratteristica di questa chiesa è che è stata costruita interamente in ferro ed è per questa ragione che è anche chiamata La Chiesa di Ferro. E’ stata costruita in soli 8 mesi nel 1896 a Vienna e trasportata in treno a Istanbul dove fu montata nel 1898.
La moschea del minareto di legno nella via Vodina è stata fatta costruire dal sultano Mehmet II nel 1458
La chiesa di Surp Hreshdogaben si trova a 550 metri da Balatkapi. Originalmente era una chiesa ortodossa Russa e nel 1627 è stata concessa agli armeni
La moschea di Balat, Ferruh Kuthada, disegnata dall’architetto Sinan è stata impiegata come una loggia di Dervisci.
L’ospedale di Balat, Or-Ahayim, costruito nel 1858, essendo troppo piccolo è stato trasformato in un centro di salute.
Cifit Carsi è il cuore storico del quartiere. Storicamente era popolato da artigiani e commercianti ebrei e tuttora potrete incontrare per le sue stradine mestieri e artigiani che non vedevate all’opera da decenni.
Forno Balat è il posto migliore per assaggiare un Lahmacun croccante, la pizza turca che si arrotola a cui aggiungere pomodoro fresco e qualche goccia di limone
Passeggiando per le strade di Balat è possibile vedere delle coloratissime case ed alcuni dei negozi artigianali (in via Vodina), di pescatori, macellai, commercianti, oppure le osterie e i kahveane, i tipici caffé alla turca. Tra i più In Naftalin, Rag’n, Agora Meyhanesi, Cumbali Kahve, Incir Agaci Coffee ed i famosi ristoranti Barba Vasilis, Balat Sahil Restaurant e Chinchillas.