L’ospitalità della Chiesa punta su Eco e Green
di Fabio Rocchi
Cambiamenti climatici, pandemia e recovery plan: l’argomento “transizione ecologica” non è diventato solo un ministero ma anche una via inevitabile da percorrere, se vogliamo tutti sperare di avere in futuro qualcosa da visitare e un motivo per viaggiare.
Dato che ognuno deve necessariamente fare la sua parte, tra le forme di ospitalità le strutture ricettive religiose, che in Italia sono oltre duemila, dovrebbero porre una particolare attenzione verso il Creato, sia come finalità sociale per il bene comune, sia in rispetto agli appelli di Papa Francesco su ecologia e ambiente, che in questi suoi anni di pontificato non sono certo mancati.
Ma la Chiesa può davvero incidere sull’inversione di tendenza verso un mondo più Eco e Green? Se lo è chiesto l’Associazione Ospitalità Religiosa Italiana con un sondaggio tra le strutture religiose che si occupano di ospitalità a fini spirituali e turistici, mettendo poi a confronto i dati con gli stessi quesiti posti nel 2017.
I gestori che curano un’area verde sono passati dall’86 al 90%, mentre la raccolta differenziata viene effettuata nel 96% delle strutture (+2%).
Il 93% adotta sistemi di risparmio energetico (+18%) e i detersivi ecologici sono usati nel 61% delle case (+3%). Stabile nelle camere la presenza degli avvisi sul rispetto ambientale: si trovano nel 45% delle strutture.
Passiamo a tavola, dove gli alimenti biologici sono diventati un’abitudine nel 50% delle cucine (+16%), e i prodotti a chilometro zero vengono usati nel 53% dei menu per gli ospiti (+5%). Dimezzato l’uso delle posaterie di plastica (dall’8 al 4%), le lavabili e riutilizzabili hanno raggiunto il 93%, mentre stentano ancora le compostabili, pur triplicate dall’1 al 3%.
Nel bilancio complessivo di queste case il 42% dichiara di fare già il possibile per rispettare l’ambiente, il 36% ammette che si potrebbe fare ancora di più, ma un altro 22% ne lamenta gli alti costi.
A conti fatti possiamo dire che il settore se la cava bene, pur con margini di miglioramento da perseguire con convinzione. Il percorso, però, è ancora lungo e l’importante è essersi incamminati verso la transizione ecologica. Ci vorrà tempo ma dobbiamo farcela, soprattutto perché non c’è un’alternativa.