Lombok e dintorni: i Sasak e la loro cultura
di Selene Castoldi
Quasi l’80% della popolazione di Lombok appartiene all’etnia Sasak, che corrisponde a circa due milioni di persone che vivono in tutta l’isola, ma si concentrano prevalentemente nelle zone centrali e in quelle orientali.
Questo affascinante gruppo è uno dei tanti che popolano l’Indonesia; conserva tradizioni, usi, costumi, una lingua propria, un modo particolare di vestire, abitazioni originali e un sistema culturale che in parte è riuscito a tramandare fino ad oggi, mantenendo una certa chiusura verso gli altri gruppi.
La società Sasak è prevalentemente contadina. Si dedica alla coltivazione dei campi, in particolare del riso, caffè, verdura, canna da zucchero e si occupa anche della raccolta di bambù e noci di cocco.
Alla coltivazione si affianca anche la lavorazione di manufatti di valore, in particolare tessuti e ceramiche, attività che ha consentito ai Sasak di entrare nell’era dello sviluppo turistico che negli ultimi anni sta interessando Lombok.
Tradizionalmente più poveri dei balinesi, i Sasak stanno cominciando a trarre qualche vantaggio economico dai propri lavori artigianali che ormai sono considerati tra i più interessanti dell’isola.
Pur considerandosi musulmani, i Sasak non seguono l’Islam in modo rigoroso.
La religione musulmana è subentrata nella regione a partire dal XIII-XIV secolo, grazie ai primi scambi commerciali con i mercanti arabi. Negli ultimi anni poi si è rafforzata grazie alla nascita di gruppi islamici integralisti.
Seguono la filosofia del “Wektu Telu”, che in lingua locale significa “ciò che risulta dai tre”. Ma cosa significa?
Essi sposano un sincretismo religioso che amalgama vari elementi dell’induismo, in particolare alcune divinità analoghe ai balinesi, dell’Islam e infine dell’animismo, quest’ultimo alla base di tutti i Credo locali legati alla celebrazione degli elementi naturali.
Per ciò che concerne l’Islam non seguono l’obbligo di pregare 5 volte al giorno rivolti alla Mecca, né l’obbligo del pellegrinaggio alla Mecca. Inoltre mangiano carne di maiale e il loro Ramadan dura solamente 3 giorni.
Credono in una trinità composta da Allah, Maometto e Adamo, che rappresentano il sole, la luna e le stelle, ma anche il paradiso, la terra e l’acqua. Allah è il Dio, Maometto il legame fra Dio e l’uomo, Adamo l’essere umano in cerca della spiritualità che lo ricongiunge ai primi due.
Fra i doveri del wektu telu, oltre a credere in Dio, ci sono la resistenza alle tentazioni e al diavolo, la cooperazione e l’amore verso il prossimo.
Il wektu telu segue delle tradizioni ancestrali e crede che durante la nascita dall’utero escano 4 fratelli: il sangue, l’uovo, la placenta e il liquido amniotico.
La placenta deve essere trattata con estremo rispetto in modo tale che non si ribelli contro il neonato, dunque si fanno delle offerte, poi la si brucia e con le sue ceneri viene cosparso il bambino.
Dopo 105 giorni dalla nascita si compie la cerimonia del primo taglio di capelli.
Invece fra i 6 e gli 11 anni i maschi attraversano il rito della circoncisione, comune al mondo islamico ed ebraico, e sono trasportati per le strade dei villaggi su cavalli di legno o leoni creati con fronde di palma.
Dopo la morte i corpi vengono lavati in presenza di un uomo santo, avvolti in lenzuola bianche e vengono posti su di una piattaforma, mentre intorno si legge il Corano e si pregano gli spiriti degli antenati. Il corpo viene poi riposto sotto terra in un cimitero, con la testa rivolta alla Mecca. Le cerimonie post mortem possono durare fino a 100 giorni!
Dopo 1000 giorni dalla morte, prende vita il Rito Nyiu. Questo rito si celebra con acqua sacra che viene cosparsa sulla tomba; vengono portate delle offerte di oggetti appartenuti in vita al defunto e cibo così da propiziarne il paradiso.
Uno dei luoghi di culto preferiti dai Sasak è sicuramente il Tempio di Lingsar, situato non molto distante dalla località di Mataram. Questo tempio è uno dei luoghi di culto che meglio rappresenta il complesso sincretismo religioso della popolazione locale.
Il tempio infatti è diviso su due livelli: uno dedicato ai culti balinesi rivolto alla montagna sacra del Gunung Agung di Bali e uno dedicato ai wectu telu con un lago colmo di pesci sacri, cui periodicamente viene offerto cibo.
In una parte del tempio trovano posto alcuni specchi donati da uomini d’affari cinesi come auspicio di buona fortuna.
Si trovano infine diverse pietre avvolte in stole di stoffa che seguono i riti animisti.
Blog di Selena Castoldi – www.inviaggioconselena.it