L’Albergo Diffuso
di Fulvio Badetti
L’hotel del futuro è quello che sa creare esperienze per i propri ospiti e quale migliore modello se non
L’Albergo Diffuso
Un Albergo Diffuso è in estrema sintesi un modello di ospitalità nata per offrire agli ospiti una esperienza di vita di un centro storico o di un borgo con tutte le comodità dei servizi alberghieri quali accoglienza, assistenza, ristorazione, SPA alloggiando in camere e dimore storiche che distano non oltre 250 metri dal cuore dell’Albergo Diffuso.
L’albergo Diffuso non crea un impatto ambientale in quanto si limita a recuperare e ristrutturare quanto esiste già armonizzandolo nel borgo pre esistente ed offrire uno stile di vita spesso indipendente dal clima destagionalizzando la destinazione per evitare anche lo spopolamento dei borghi.
La domanda cui l’Albergo Diffuso si rivolge, che chiede di vivere una esperienza locale, spinge ad organizzare ed offrire proposte locali, e questo induce al rilancio o alla riscoperta di prodotti gastronomici, vecchie ricette, tradizioni, oggetti di uso quotidiano, artigianato, eventi e iniziative del territorio… assieme alle risorse storiche, culturali e ambientali. Sono diverse le ricadute positive che la presenza di un Albergo Diffuso comporta per un borgo. L’Albergo Diffuso utilizza case disabitate, pertanto stimola la rigenerazione del borgo portando turisti che con la loro presenza vivacizzano le strade e i luoghi, e in più stimolano i residenti a vedere le cose di tutti i giorni con occhi nuovi, diventando maggiormente consapevoli del loro valore e valorizzandole.
IL BORGO IDEALE
- Deve essere situato in un contesto storico-ambientale
- Deve avere un numero di abitanti da garantire agli ospiti di vivere lo stile del luogo
- Deve avere una buona accessibilità
- Conosciuto per produzioni di prodotti locali che generano interesse e notorietà
- Deve offrire ai clienti: uno stile di vita piacevole, attività per il tempo libero, momenti di animazione: feste, sagre, mercatini…., passeggiate ed itinerari nella natura, tradizioni culturali e gastronomiche, servizi di base commerciali, culturali per residenti e turisti, relax, riposo, evasione
I punti di forza di un Albergo Diffuso, sono principalmente:
- Il rispetto dell’ambiente
- Il rispetto dell’ambiente culturale
- La capacità di soddisfare una clientela che ha il gusto del viaggiare
- L’autenticità del luogo dove poter vivere l’esperienza di un soggiorno in dimore o camere con aspetti strutturali quali muri, travi, infissi arredi ed impianti diversi da quelli progettati per i turistici classici.
- I servizi comunque garantiscono tutti i servizi alberghieri aumentando il coinvolgimento degli ospiti avviando un processo di fidelizzazione sviluppando il passaparola.
- La gestione ha l’obiettivo di offrire una esperienza legata al territorio anche nei tempi e nei ritmi del servizio, oltre che nei servizi dei prodotti offerti.
La regola magica del soggiorno è quella di “tornare diverso da quando sei partito” vivendo un’esperienza alla scoperta dei paesaggi e borghi più nascosti, una esperienza lenta che permette di allontanarsi dagli itinerari più gettonati intercettando forme di cultura come l’enogastronomia, l’artigianato o lo stesso paesaggio.
Ho la fortuna di dirigere un albergo diffuso in Umbria realizzato nell’antico borgo medioevale di Scheggino risalente al 1.200, in Valnerina a pochi chilometri di distanza dalla Cascata delle Marmore ed a pochi chilometri dalla piccola città longobarda di Spoleto, La Torre del Nera.
Siamo situati tra Arte, Cultura, Storia, Folclore, Sport, Avventura e Natura tutti ingredienti tipici di un Albergo Diffuso.
Il borgo conserva una tradizione enogastronomica di elevato livello: tartufi, funghi, trote, asparagi, formaggi, vino olio e salumi di alta qualità. Risiedere in questo antico borgo significa entrare in un tunnel di sapori, odori, esperienze di vita quotidiana trovandosi ad affrontare un soggiorno da residenti e non da turisti.
Numerose le attività sportive da praticare quali la pesca sportiva, rafting, tennis, numerose passeggiate naturalistiche alla portata di tutti, cicloturismo con percorsi facili come impegnativi che prevedono una certa competenza e permettono di misurare i propri limiti.
SCHEGGINO E LA SUA FIABA – LA SCOPERTA DEL TARTUFO
“il castello appariva disabitato, ma era abitato da una famiglia di Orchi. In realtà non erano proprio degli Orchi, ma una normale famiglia tramutata in spaventosi animali da un mago malvagio che aveva deciso di rinchiuderla in quel sinistro castello. La dolorosa ventura degli sfortunati era da imputarsi ad una loro disobbedienza in quanto dediti ad arti malefiche sfidando lo stregone che li aveva puniti per la loro presunzione. Però uno gnomo impietosito dalle condizioni di questi poveracci decise di scarcerali spezzando l’incantesimo. La prima mosso dello gnomo fu quella di inviare al castello un aquila la quale disse “se volete riavere le vostre sembianze umane, uno di voi dovrà seguirmi fino al monte della Speranza dove ci aspetta il saggio gnomo” Colui che fu scelto si aggrappò alle zampe dell’aquila e giunse al monte della Speranza. Lo gnomo disse all’Orco che se voleva recuperare la sua libertà e quella dei parenti avrebbe dovuto trovare un misterioso oggetto nero nel bosco della Valcasana e farlo mangiare a tutta la famiglia. L’Orco si mise in cammino attraversò paludi ed impervi sentieri finche vide una trota compiere balzi intorno a lui indicandogli dove trovare l’oggetto nero. Cercò fra le radici degli alberi ed in una zolla di terrà trovò un oggetto nero. Aveva scoperto il Tartufo Nero”
Invece la storia riporta fatti di cronaca dell’epoca (1522) quando gli uomini erano impegnati nei campi per la mietitura, una grande armata guidata da Picozzo Brancaleoni assalì il castello di Scheggino, ma rimase sorpreso dal coraggio delle donne e dei bambini che accorsero a difendere Scheggino resistendo fino al ritorno degli uomini. Questo fatto entrò la prima volta nella storia nel 1962 istituendo il 23 Luglio la FESTA DELLA DONNA.