Bucovina e i suoi monasteri

La Bucovina e i suoi Monasteri, tesori dell’Unesco

di Antonio Tabarrini

In questi anni, quando si parla del turismo in Romania viene sempre a galla uno dei romanzi fantastici più famosi, il Dracula di Bram Stocker. Per correttezza in Transilvania, la terra di Dracula, si trova il castello di Bran del sanguinario principe Vlad Tepes, considerato il sito più famoso e visitato dell’intero territorio. E pensare che le cronache non hanno traccia storica dell’effettivo passaggio del principe, personaggio che ha ispirato lo scrittore, né tantomeno del Conte Dracula.

Tutto questo per introdurre la Bucovina, un pezzo di territorio di un paese ricchissimo di storia, di leggende e di siti unici nel loro genere, la Romania.

Fra i tanti itinerari però che permettono di visitare in lungo e in largo l’unico paese di lingua latina nell’est Europa, nell’antica Dacia Romana, ce n’è uno che vi permetterà di scoprire una regione che ospita splendidi monasteri affrescati. Unici nel loro genere talmente unici da essere considerati patrimonio dell’Unesco.  

La Bucovina, si trova nella parte del nord-est della Romania e si trova in un vero e proprio angolo di paradiso. 

Arrivando, il finestrino del vostro mezzo di trasporto vi consentirà di ammirare un paesaggio bucolico, che chiameremmo “di altri tempi”. Si avvicenderanno come in un carillon villaggi pittoreschi, monasteri dipinti, cupole dorate a forma di cipolla, campi puntellati di covoni di fieno, mucche e pecore libere al pascolo.

Ma in Bucovina si celano sorprendentemente i più bei luoghi di culto dell’intero paese e tra i più sorprendenti in Europa. 22 monasteri affrescati tra il ‘400 e il ‘500 che colpiscono l’occhio del turista per la capacità di esecuzione e per i colori impiegati.

Tuttora non sono stati scoperti tutti i segreti artistici del genio creatore ma la loro magnificenza non può passare inosservata.

Molti tour organizzati li includono nei loro itinerari in terra romena e almeno 8 tra loro sono divenuti patrimonio mondiale dell’Unesco.

Voronet, Sucevita e Moldovita sono, senza ombra di dubbio, i monasteri con gli affreschi più preziosi della Bucovina.

 Voronet è per la Romania quello che è per noi italiani la Cappella Sistina del Vaticano. Se tutti gli italiani sanno cosa significhi il rosso Tiziano, gli addetti ai lavori conoscono bene invece il termine “azzurro di Voronet”, intensa sfumatura azzurra con cui sono state dipinte le pareti esterne ed interne del monastero. Nemmeno oggi non è stata trovata l’identica composizione del pigmento utilizzato. 

Questo monastero fu costruito nel 1487 in meno di 4 mesi da Stefano il Grande per celebrare una vittoria contro i Turchi. L’edificio ha una grande varietà di affreschi sia internamente che esternamente, tutti dipinti 500 anni fa. Gli affreschi, ricchi di dettagli, rappresentano scene bibliche, tra cui il meraviglioso Giudizio Universale e la Genesi, preghiere e inni sacri. Nell’albero di Gesù, o albero di Jasse, si possono scorgere i ritratti di antichi filosofi greci come Aristotele e Platone

Tra questi però il luogo di culto che ospita più religiose anche oggi è Sucevita. La sua possente architettura ha le sembianze di un’antica fortezza e tra le sue mura custodisce il maggior numero di affreschi fra tutti i monasteri della Bucovina.

 Sucevita si trova nella parte nordorientale della Romania, a 60 chilometri dalla città di Suceava. Tra i migliori monasteri dipinti del Paese, l’edificio, fondato nel 1581 dal vescovo di Raduti e in seguito ampliato da suo fratello, il principe regnante della Moldavia, è circondato da mura e torri difensive. 

Sulla chiesa, l’ultima ad essere costruita delle 22 chiese affrescate della Bucovina, svetta un campanile. Affrescato tra il 1595 e il 1604, il monastero di Sucevita ha il maggior numero di immagini dipinte.

 Tra le raffigurazioni troviamo la Scala del Paradiso, un percorso ascensionale di collegamento tra Terra e Cielo, ornata da angeli dalle ali rosse e dove confluiscono sentieri con le iscrizioni delle virtù monastiche, e l’albero di Gesù. La chiesa ha 5 sale e due portici non identici costruiti in una seconda fase. Le spesse mura che circondano il complesso sono lunghe quasi 100 metri per lato e sono rinforzate con contrafforti, bastioni e 5 torri. Al loro interno è ospitato un museo dove ammirare oggetti storici e artistici come ritratti ricamati in filo d’argento, argenteria ecclesiastica, libri e manoscritti miniati. 

Proseguendo questo magnifico itinerario raggiungiamo il monastero di Moldovita che ha il vanto di conservare il noto affresco “L’assedio di Costantinopoli”.

Costruito per volere del principe Petru Rares nel 1532 e dipinto 5 anni dopo, il monastero è decorato con stupendi affreschi ispirati ad una poesia dedicata alla Vergine Maria e al suo intervento a protezione della città di Costantinopoli durante l’attacco persiano del 626 a.c. Nel 1500 la minaccia ottomana era forte in Moldavia e in questo modo si voleva invocare lo stesso intervento divino. Decorate principalmente in giallo ocra, rosso, verde e blu, le pareti del monastero di Moldovita, costruito nel bel mezzo della foresta, ospitano anche una rappresentazione della genealogia di Cristo

La chiesa combina elementi bizantini e gotici e presenta un portico aperto, 3 absidi, una torre ottagonale, e una serie di piccole nicchie, ben 105, ciascuna dedicata ad un angelo. A pochi passi si trova un edificio a due piani al cui interno è ospitato il Museo del convento: ammirate gli arazzi realizzati con fili d’oro e d’argento, icone, libri liturgici e reperti archeologici. Il complesso è custodito all’interno di una cinta muraria quadrangolare, fortificata con delle torri angolari. 

Fra gli altri monasteri meno ricchi ma altrettanto interessanti sono Dragomirna, Putna, Horezu, Humor, Probota e Snagov.

In conclusione i monasteri ortodossi della Bucovina, rappresentano si bellezze artistiche della Romania, ma testimoniano con grande evidenza il ruolo che la Romania ha assunto per secoli. 

Un baluardo della resistenza della fede ortodossa contro l’espansionismo musulmano che tutto il mondo occidentale non può dimenticare.