IL PERU’: UN PAESE DIVERSO, MILLENARIO E NATURALE
di Matteo Prati
Il Perù non è soltanto la casa degli Incas, è molto di più!!! Gli Incas rappresentano, senza ombra di dubbio, la cultura predominante che ha dato l’imprinting al paese dapprima con la sua resistenza e poi con l’incontro con la cultura spagnola ed in particolar modo con le meravigliose vestigia archeologiche e le sorprendenti opere di ingegneria civile lasciate in eredità ai posteri. È bene ricordare però che prima degli Incas, tante altre civiltà e culture hanno popolato il Nord, la Costa, il Sud e la selva Peruviana, creando un vero e proprio melting pot di tradizioni, credenze, celebrazioni, miti e riti ancestrali che, nei secoli, hanno dato vita a quel sconfinato patrimonio culturale, scientifico e religioso di cui gli Incas hanno saputo sapientemente appropriarsi, per poi valorizzarlo in ogni suo aspetto divenendo in questo modo la dinastia più potente che il Sud America abbia mai conosciuto. Viaggiare in Perù vuol dire “vivere” un paese diverso, un paese dove è ancora tangibile l’autenticità dei luoghi, delle tradizioni, della gente. Ci si imbatte in riti religiosi, in tradizioni, nei costumi, negli abiti tipici che costituiscono ancora la quotidianità e non la “messa in scena” per turisti che giungono in questo meraviglioso paese. Si incontra effettivamente “l’altro e l’altrove”, di cui tanto parla Marco Aime nell’omonimo suo libro. L’incontro con il “diverso” da ciò che circonda abitualmente qualsiasi viaggiatore nella propria quotidianità casalinga è in Perù caratterizzato da un certo grado di autenticità. Un viaggio in questo meraviglioso paese si traduce in un approfondimento storico e culturale che porta a conoscere le varie civiltà che si sono succedute in queste terre nei millenni immergendosi in tantissimi siti archeologici rinvenuti come ad esempio la fortezza militare di Sacsayhuaman, la cittadella di Macchu Picchu, i resti del tempio del dio Viracocha a Raqchi o ancora le terrazze agricole circolari di Moroy (dove gli incas sperimentavano nuove tecniche di coltivazione o creavano nuove varietà di cereali) oppure i resti del centro spirituale, religioso, politico amministrativo di Ollantaytambo. Un viaggio in Perù vuol dire anche “godere” della grande varietà ambientale che ancora oggi rispecchia le differenze storiche ed economiche dei suoi abitanti, ammirando lo spettacolo naturale di alcuni paesaggi come ad esempio il Lago Titicaca con le sue innumerevoli isole che lo caratterizzano: le isole galleggianti degli Uros o l’isola di Taquile dove è bello poter entrare in contatto con gli isolani e conoscere le loro tradizioni e i loro costumi. Gli uomini dell’Isola di Taquile indossano ad esempio dei copricapi colorati che indicano se sono sposati (rosso) oppure celibi (bianco e rosso). I paesaggi delle Ande sono qualcosa di unico dove è molto frequente incontrare animali come i camelidi (alpaca, vigogna, lama e guanaco) oppure assistere al variare della vegetazione man mano che si sale in quota e trovare degli strani cuscini verdi chiamati Llareta che si sviluppano ad altitudini superiori ai 3400 msl con estrema lentezza (raggiungono il diametro di 1 metro in 2 secoli). Viaggiare in Perù vuol dire “comprendere” o meglio “sperimentare” le tradizioni (religiose, sincretiche, sciamaniche, o quelle semplicemente legate ai ritmi della natura o altro) ancora vive tra le popolazioni locali. Solo così si può effettivamente capire e apprezzare questo paese e il suo popolo. La religione principale è il Cristianesimo che si è diffuso durante la colonizzazione spagnola. Nonostante l’imposizione del Cristianesimo molti riti ancestrali animisti che esistevano in precedenza non sono stati cancellati. Permangono ancora soprattutto negli andini dove la venerazione delle divinità come la Pachamama (madre terra) o del dio Inti (dio sole) o del dio Viracocha (il creatore dell’universo) sono ancora molto frequenti con ritualità quasi scaramantiche che si mescolano ai riti tipicamente cristiani. Si vive un sincretismo religioso che solamente qui esiste e si può comprendere. Lo sciamanesimo è largamente diffuso e gli sciamani che sfuggono al turismo di massa sono considerati dei veri e propri sacerdoti/guaritori che invocando le divinità cercano di rimettere in equilibrio i tre fattori fondamentali ovvero natura, uomo e universo nelle persone che vivono un disequilibrio. Non è facile per un viaggiatore imbattersi in cerimonie e rituali di uno sciamano ma è un’esperienza che raccomando a tutti almeno una volta nella vita per poter approfondire un aspetto non così semplice da comprendere. Il Perù va anche goduto assaggiando gli ottimi piatti che caratterizzano una delle migliori cucine a livello mondiale. Arequipa in particolare ma anche Lima sono le due città che potremmo definire capitali culinarie del paese. Non si po’ giungere fino a qui senza assaggiare piatti tipici come la ceviche (pesce marinato) piuttosto che il lomo di alpaca e quinoa o aver sorseggiato il pisco sour o la chicha. Non assaggiarli vorrebbe dire perdere l’opportunità di approfondire un aspetto veramente interessante di questa cultura. Il Perù e i peruviani sono colore, tutto ciò che si può vedere qui è colorato: gli abiti, le città, il cielo, la vegetazione, i prodotti sulle bancarelle nei vari mercati, i tessuti pregiati come quelli di baby alpaca ed infine le Rainbow Mountain, uno spettacolo naturale che si apre agli occhi degli avventurieri che decidono di intraprendere un breve trekking a 5000 msl e contemplare le bellezze naturali ringraziando e pagando la terra del regalo ricevuto. Concludendo suggerirei, a tutti coloro che non lo hanno ancora visitato, un viaggio in Perù ricordando che questo paese va vissuto, sperimentato, goduto e interpretato per capire veramente che è unico e diverso da tutti gli altri.
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