IL GEOITINERARIO TURISTICO COMMUNITY INVOLVED

Un nuovo modo di valorizzazione territoriale

di Paolo Casetti

Il Turismo Post moderno si caratterizza dalla riscoperta della soggettività dell’esperienza turistica. Passati attraverso il nascere e l’affermarsi del turismo di massa post seconda guerra mondiale, verso gli anni ’70 del secolo scorso iniziò a manifestarsi nel turista il desiderio di realizzare una vacanza che rispecchiasse la propria soggettività , il proprio gusto, ricercando  una vacanza ritagliata su misura e che portasse non solo ad uno stato di benessere  e relax, ma anche realizzasse un contatto effettivo con la cultura della destinazione turistica : si passò progressivamente  dalla contemplazione alla interazione con il bene culturale  della località, sia esso materiale o immateriale.

Nell’ultimo decennio questa “nicchia” turistica è sempre più cresciuta nei numeri, indentificata dal marketing turistico come Turismo Esperienziale , una modalità di fare turismo all’interno della quale vi sono  molteplici  turismi in cui oggi è polverizzata l’offerta turistica; tanti “turismi” quante sono le motivazioni soggettive dei potenziali turisti.

Questa tendenza nella pratica turistica ha visto nella riscoperta dei territori e della loro valorizzazione il naturale sbocco dove la domanda e l’offerta turistica esperienziale si incontrano.

Sempre negli anni ’70 del secolo scorso, la visionaria intuizione dell’ Architetto Renato Nicolini, al tempo assessore della cultura a Roma, portò alla valorizzare di luoghi della città fuori  dal main stream  turistico ,ma soprattutto valorizzò  quei  mesi estivi dove il turismo di massa imperante portava la gente nelle solite località balneari  note ,mentre chi   rimaneva in città non aveva alternative di svago e cultura: Nasceva L’ Estate Romana :  eventi, mostre, proiezioni cinematografiche all’aperto per tutti.

L’esperienza dell’ Architetto Nicolini, dava il via al Place Marketing, facendo capire che la valorizzazione del territorio , di ogni territorio , era possibile ; non solo per grandi città, non solo per le località o zone destinate al turismo di massa,  ma  anche per ogni comunità di cittadini su territorio.

Oggi , l’esigenza di associare al viaggio l’imprescindibile richiesta di esperienzialità , impone al territorio di “mettersi in scena” , creando un palcoscenico di autenticità  del luogo in cui sia gli operatori turistici sia il turista sono sia attori che spettatori. Il DMC  ( Destination Management Company) hanno intercettato questo nuovo desiderio turistico realizzando offerte di itinerari turistici all’insegna dell’autenticità del territorio. Dall’altro lato il DMO (Destination Management Organizzation) presenta il territorio nella maniera più accattivante possibile.

Tuttavia quando si decide di inserire una comunità nel circuito turistico, non mancano difficoltà  ed errori di strategia , che portano a potenziali insuccessi. In primis occorre coinvolgere tutti gli stakeholders della comunità , facendo loro comprendere  le opportunità della valorizzazione territoriale . Inoltre altre criticità possono comparire  : scarsa collaborazione tra gi operatori locali coinvolti,  mancanza di una visione non chiara delle potenzialità e mancanza di un brand territoriale chiaro; ma anche uno scarso collegamento con la restante offerta turistica regionale ,una   mancanza di strategie comunicative e permanenza di una diffidenza nell’aprirsi al turista. 

Nella costruzione di itinerari turistici locali, si deve procedere a quelli che la geografia del turismo definisce  Geoitinerari  ovvero percorsi di valorizzazione turistica pensati nel territorio e non solo  sul territorio, ovvero evitando un  veloce e distratto attraversamento dell’itinerario turistico. Deve essere un percorso di apprendimento collettivo, sia per il turista sia per la comunità locale; quest’ultima infatti prenderà coscienza del valore dei propri beni e attrattività turistiche divenendo il primo custode del proprio territorio. Ogni attore territoriale deve operare in rete con gli altri, apportando la sua specifica conoscenza  sia nella fase di progettazione sia nella valutazione dei risultati  e delle eventuali azioni correttive di valorizzazione. La partecipazione della comunità è essenziale. Mai concepire un itinerario imposto dall’esterno senza essere condiviso con la comunità, pena la reazione contraria della comunità stessa nei confronti del turismo nel medio termine. 

 Quanto sopra esposta è la valorizzazione territoriale Community Involved , ed è in questo approccio territoriale  che i professionisti  del turismo, formati opportunamente , sapranno portare idee, strumenti efficaci, soluzioni tecniche operative  in ogni componente turistica  : dall’ Hospitality  al Food and Beverage Management ,  dal Experential Travel Design al Destination Management. Il tutto per dare al turista quello che egli cerca da sempre: l’esperienza memorabile.

 

Paolo Casetti, docente di Geografia del Turismo, Marketing  Turistico,Psicologia e Sociologia del Turismo.