demanio marittimo

Il demanio marittimo a finalità turistico-ricreative (Parte I)

di Mario Zanello

Il demanio (lat. dominium, dominio), consiste in generale nell’insieme di tutti i beni inalienabili e imprescrittibili appartenenti a uno Stato. Come beni appartenenti al cosiddetto demanio marittimo, il Codice della Navigazione con gli art.28 e 29 identifica i beni pubblici destinati alla navigazione, e cioè:
il lido, la spiaggia, i porti e le rade;
le lagune, le foci dei fiumi che sboccano in mare, i bacini d’acqua salsa o salmastra che almeno durante una parte dell’anno comunicano liberamente col mare;
i canali utilizzabili ad uso pubblico marittimo;
le pertinenze, cioè tutte le costruzioni e le opere appartenenti allo Stato che ricadono entro i limiti del demanio marittimo e del mare territoriale.
Senza scendere nei dettagli tra le sottili differenze (giuridiche) tra una spiaggia e un lido, prendiamo invece in esame ciò che a noi particolarmente interessa, e cioè la normativa che disciplina quelle modalità di utilizzo dei beni del demanio marittimo che ne valorizzano la vocazione turistica: parliamo in buona sostanza di turismo balneare.
Diciamo subito che il succitato Codice della Navigazione ignora la finalità turistico-ricreativa, concentrandosi sulla navigazione come pressoché unico utilizzo del mare.
Bisogna attendere l’approvazione del d.p.r. n. 616 del 1977, in cui vennero delegate alle regioni le funzioni amministrative sul demanio marittimo, attraverso la disciplina delle concessioni, al fine di utilizzare tali beni per finalità turistico-ricreative.
La concessione è uno strumento che attribuisce ad un soggetto (pubblico o privato) l’uso particolare od eccezionale del bene demaniale, sottraendolo all’uso comune per essere assegnato in godimento esclusivo con tempi e fini preordinati, in cambio del pagamento di un canone.
Se vogliamo un facile esempio di quanto sopra, pensiamo al passaggio da una spiaggia cosiddetta ‘’libera’’ che il giorno dopo viene magicamente delimitata da paletti, vi appare un bar, che mette a disposizione sdraio ed ombrelloni, (diritto di superficie), etc., in teoria sempre nel rispetto della normativa urbanistica e dei vincoli paesaggistici.
Semplice parrebbe…invece no!
Perché se è vero che il d.p.r. 616/77 parla di finalità turistico-ricreativa, è altresì vero che si è scordato di specificare esattamente in cosa consistessero tali finalità e quali attività fossero incluse in tale nozione.
Lacuna colmata solamente sedici (!) anni dopo, con la legge 4 dicembre 1993 n.494 che indica le varie attività che rientrano nella categoria.
La delega alle Regioni resta comunque non operante e finalmente nel 1998, con la legge delega n.59 del 1997, avviene l’effettivo passaggio di competenze alle regioni, completato con la riforma del titolo V, parte II, della Costituzione (legge cost. 18 ottobre 2001, n.3).
Alla fine di questo lungo processo, la gestione del demanio marittimo spetta in via principale alle regioni e sussidiaria allo Stato, mentre le proprietà dei beni resta unicamente allo Stato.
Le concessioni rilasciate dalle regioni per finalità turistico-ricreativa avevano (1993) una durata di quattro anni.
Nel 2001 tale durata è stata aumentata a sei anni, con la possibilità di rinnovo automatico di altri sei anni alla scadenza e così ad ogni scadenza, trasformando in pratica la ‘’temporaneità’’ in ‘’eternità’’.
Meno male che infine la legge 27 dicembre 2006, n.296, art.1 256˚comma ( sì, proprio 256˚…sarebbe la legge finanziaria del 2007, un solo articolo sviluppato in 1300 commi circa) ha previsto la possibilità di rilasciare concessioni non inferiori a sei anni e non superiori a venti.
A questo punto si dovrebbe affrontare l’impatto avuto sulla normativa italiana dalle sopraggiunte normative europee , ma, non volendo appesantire troppo il discorso, questo interessante parte verrà affrontata in un prossimo numero di questa rivista.

Riferimenti normativi:
Codice della Navigazione art.28,29
Decreto del Presidente della Repubblica 24.07.1977 , n. 616
Legge 4 dicembre 1993, n. 494, Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 400, recante disposizioni per la determinazione dei canoni relativi a concessioni demaniali marittime.
Legge 15 marzo 1997, n. 59, Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa
Legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione
Legge 27 dicembre 2006, n. 296, Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato

Bibliografia essenziale: alla fine della seconda parte