I Parchi naturali in Italia
di Fabio Riva
“Preservare la natura e fare in modo che la gente ne goda”. È questo il motto del National Park Service americano, dove la grande sfida sta nel trovare il giusto equilibrio tra la conservazione della natura stessa e fare in modo che tutti ne possano godere.
Mai come oggi questo equilibrio è a rischio e richiede una maggiore attenzione da parte delle autorità e di tutti quelli che in qualche modo possono fare, anche se nel loro piccolo, la differenza.
Anche se la creazione di parchi e riserve naturali, da sola, non è sufficiente alla salvaguardia della biodiversità del pianeta ed alla sua conservazione, è stata comunque una risposta chiara verso un concetto di sviluppo sostenibile che oggi ci è ancora più caro.
La necessità di avere parchi ed aree protette è inserita con chiarezza nell’articolo 8 della “Convenzione Internazionale sulla Biodiversità”.
Nel nostro Paese la percentuale di territorio protetto ha raggiunto livelli importanti. In Italia, infatti, vi sono 24 parchi nazionali, che complessivamente coprono oltre un milione e mezzo di ettari, tra terra e mare, pari circa al 5% circa del territorio nazionale.
Sul piano della ricchezza ambientale e della valorizzazione di ecosistemi, l’Italia vanta un ruolo di prim’ordine nel panorama europeo, grazie anche alla sua morfologia.
L’orografia del nostro Paese è molto complessa: montagne e colline coprono circa l’80% del territorio nazionale, il che spiega come la flora e la fauna si siano diffuse e distribuite nel tempo in modo peculiare, sviluppando spesso specie autoctone. Si contano circa 5.600 specie diverse di piante e 57.000 diverse specie animali. Una ricchezza naturale davvero straordinaria, che si unisce a quella culturale e storica del nostro Paese.
In Italia esistono 3 tipi di aree protette:
- I Parchi Nazionali, istituiti per Legge dello Stato. In Italia ci sono 25 Parchi Nazionali che occupano il 5% del nostro territorio.
- I Parchi regionali, istituiti dalle Regioni per proteggere ecosistemi di grande valore o ecosistemi in pericolo.
- Le riserve naturali, fondate da enti pubblici o da associazioni private (come il WWF) per tutelare l’ambiente.
I PARCHI NAZIONALI
Nella definizione di “Parco Nazionale” rientrano tutte le aree terrestri, fluviali, lacuali e marine che contengano uno o più ecosistemi intatti o, anche se parzialmente alterati da interventi antropici, contengano una o più formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche di rilievo internazionale o nazionale per valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi, tali da richiedere l’intervento dello Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni presenti e future. (dal sito del MITE)
I parchi nazionali integrano e completano la salvaguardia operata dai parchi naturali regionali, e viceversa, occupandosi di territori alquanto vasti e coinvolgendo diverse decine di comuni.
Oltre alla vigilanza quindi, i parchi nazionali devono essere strumento di valorizzazione delle realtà locali.
Nei parchi si pratica l’agricoltura, rispettando severe leggi nazionali o regionali sull’impiego di pesticidi, fertilizzanti e sulla costruzione di serre e altre strutture agricole. Inoltre si pratica la silvicoltura, abbattendo piccole quantità di alberi per ricavare legname. Anche quest’attività è strettamente sorvegliata dalle guardie forestali, che stabiliscono quanti alberi è possibile tagliare senza danneggiare i boschi e quanti giovani alberi devono essere piantati ogni anno.
Alla base delle funzioni che un parco nazionale può avere c’è sicuramente la conservazione della natura, il cercare di non distruggere un patrimonio naturalistico già fortemente danneggiato e ridotto in ampiezza. Questo è assolutamente un dovere morale verso le generazioni future, che hanno il diritto di godere della natura come quelle passate.
Il conservare inoltre un territorio, permette anche di poter effettuare studi e ricerche scientifiche “dal vivo”, per poter studiare le leggi dell’evoluzione ecologica e capire come la presenza umana possa impattare di meno.
I parchi sono inoltre degli ottimi ambienti di educazione naturalistica, purtroppo ancora molto carente in Italia.
E che dire anche solo del poter immergersi nella natura nel proprio tempo libero per respirare aria pulita, ascoltare il silenzio o i rumori della natura, fuori dal caos cittadino fatto di clacson e rumori a volte assordanti?
Ma anche i parchi hanno bisogno di sostentamento per poter sopravvivere, e quindi anche il turismo, ben ponderato e con delle regole di buon senso, è sicuramente un fattore importante nella valorizzazione dei parchi stessi. Molti stranieri cercano nel nostro Paese aree naturalistiche intatte, parchi nazionali, riserve naturali.
I PARCHI NAZIONALI PIU’ IMPORTANTI IN ITALIA
- Parco Nazionale del Gran Paradiso: È il più antico parco istituito in Italia (1922) e copre una superficie di oltre 70mila ettari. Abbraccia un vasto territorio di alte montagne, fra gli 800 metri dei fondovalle e i 4.061 metri della vetta del Gran Paradiso, ed è situato a cavallo tra la Valle d’Aosta e il Piemonte.
Al suo interno vi troviamo vallate ricche di paesaggi alpini, ghiacciai, rocce e boschi. Vi possiamo osservare le marmotte, i camosci, gli stambecchi (il simbolo del Parco), le aquile.
Il Parco offre innumerevoli proposte di soggiorno: sportive, escursionistiche, ricreative e culturali, ma anche dedicate al benessere e al relax.
- Parco Nazionale dello Stelvio: Il più grande dei parchi nazionali italiani, con i suoi 130.700 ettari, è situato tra la Lombardia e il Trentino Alto Adige.
È un tipico parco montano d’alta quota: per circa tre quarti il suo territorio è al di sopra dei 2000 metri e raggiunge un massimo di 3.905 m sulla cima dell’Ortles.
La fauna è costituita da numerosi esemplari e conta, solo tra i vertebrati, oltre 260 specie. Meritano di essere ricordate, per riassumere all’estremo la ricchezza faunistica del Parco, l’importante presenza di grandi rapaci (aquila reale e gipeto), le ricche popolazioni di ungulati (soprattutto cervo e stambecco) e la presenza di molte specie tipiche degli habitat montani (galliformi alpini, marmotta, lepre bianca, ermellino, ecc.)
- Parco Naturale Adamello – Brenta: Il Parco Naturale Adamello Brenta (625,83 kmq) è la più vasta area protetta del Trentino. Istituito nel 1967, si estende nel Trentino occidentale e comprende i gruppi montuosi dell’Adamello e del Brenta. È interessato dalla presenza di oltre 50 laghi e dal ghiacciaio dell’Adamello, uno dei più estesi d’Europa.
Ovunque ci si può inoltrare in boschi fitti, rinfrescarsi agli impetuosi torrenti che scorrono formando meravigliose cascate. Sentirsi un tutt’uno con la natura incontaminata, respirare aria pulitissima e ammirare luoghi dove vivono svariate specie di piante e animali selvatici. La componente faunistica è infatti tra le più ricche dell’arco alpino, comprendendo tutte le specie montane, inclusi lo stambecco e l’orso bruno.
- Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi: Il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi venne istituito ufficialmente nel 1990, ma è operativo pienamente dal 1993, quando venne nominato l’ente Parco gestore. Il parco, patrimonio UNESCO dal 2009, è incluso nella sezione “Pale di San Martino – San Lucano – Dolomiti Bellunesi – Vette Feltrine” del sito delle Dolomiti e interessa 15 comuni.
Una delle principali motivazioni scientifiche della nascita del parco è la grande ricchezza e rarità della sua flora. La caratteristica principale che lo contraddistingue è infatti la grande varietà di ambienti: dagli ambiti ripariali di fondo valle alle pareti rocciose di alta quota, passando attraverso boschi di latifoglie, foreste di conifere, arbusteti d’alta quota, praterie e macereti.
Grazie alla vastità territoriale che consente a numerose specie animali di trovare il proprio habitat all’interno dell’area, sono presenti ben 115 specie di uccelli, 20 specie di anfibi e rettili presenti, oltre 3.000 camosci, più di 2.000 caprioli, quasi 100 specie di farfalle diurne e circa 50 specie di coleotteri carabidi.
- Parco Nazionale delle Cinque Terre: È tra i parchi più piccoli d’Italia, con i suoi 3.868 ettari e allo stesso tempo il più densamente popolato. Un regno di natura e profumi selvaggi, “modellato” dall’uomo in più di 1000 anni.
Famosissime in tutto il mondo le sue terrazze, i muretti a secco e i cinque borghi che lo costituiscono: Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso al Mare. L’intero territorio è oggi patrimonio mondiale dell’Umanità.
- Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga: Questo parco nazionale, con i suoi 150.000 ettari di estensione, è uno dei più grandi d’Italia. Visitare il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga equivale a fare un’esperienza unica, di biodioversità, culture, eccellente enogastronomia.
Al suo interno svetta il Gran Sasso d’Italia, che con i suoi 2912 m è il tetto dell’Appennino. Su questa catena, è inoltre presente l’unico ghiacciaio appenninico, il Calderone, il più meridionale d’Europa. Verso nord, ai confini settentrionali, tra Abruzzo, Lazio e Marche, si osservano i profili più dolci della catena dei Monti della Laga, con la loro vegetazione di faggio, abete bianco, cerro e castagno. Il Parco è attraversato da una fitta rete di sentieri escursionistici e dall’Ippovia del Gran Sasso, percorribile anche in mountain bike. Il territorio, diviso virtualmente in undici distretti turistici, rivela borghi medievali ben conservati, architetture rurali, castelli, eremi e abbazie: autentici tesori d’arte, di cultura, archeologia e tradizioni, incastonati in una natura emozionante. Il parco è famoso per ospitare numerosi branchi di lupi e allevamenti allo stato brado di cavalli e mucche. Tra gli uccelli rapaci vengono segnalati l’aquila reale, il falco pellegrino e l’astore.
- Parco Nazionale del Gargano: Il promontorio del Gargano è costituito da quella che un tempo era un’isola, separata dal resto della penisola dalla piana del Tavoliere delle Puglie. Questa destinazione è conosciuta in maggior modo come meta turistica più che naturalistica, per via dei diversi luoghi di villeggiatura e come luogo della predicazione di Padre Pio. È però anche una delle destinazioni più ricche di habitat differenti e biodiversità: dalle aride steppe pedegarganiche alle fitte ed estesissime foreste, dalla macchia mediterranea alle candide scogliere calcaree, dalle dune di Lesina e Varano alle meravigliose Isole Tremiti. A questa diversità di paesaggi e di flora, si aggiunge inoltre una grande varietà di fauna.
- Parco Nazionale dell’Arcipelago della Maddalena: È un’area geomarina protetta che si estende su una superficie di oltre 12.000 ettari, con ben 180 chilometri di coste. Comprende tutte le isole appartenenti al territorio del Comune della Maddalena ed è il primo Parco Nazionale della Sardegna.
Il Parco è contraddistinto dalla presenza di oltre 700 specie vegetali di cui più di 50 endemiche e numerose specie animali di importanza conservazionistica ed endemiche (es. rettili, anfibi, insetti e aracnidi). L’arcipelago è di importanza globale per alcune specie di uccelli marini nidificanti, come il gabbiano corso (Ichthyaetus audouinii), unica specie di gabbiano endemica del Mediterraneo, la berta maggiore mediterranea (Calonectris diomedea) e la sottospecie Mediterranea del marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis desmarestii). Il Parco Nazionale di La Maddalena insieme alla Riserva naturale delle Bocche di Bonifacio recentemente è diventato parte del Parco Marino internazionale delle Bocche di Bonifacio (PMIBB).
- Parco Nazionale dell’Aspromonte: Il Parco nazionale dell’Aspromonte è un parco nazionale che sorge all’interno della città metropolitana di Reggio Calabria, prendendo il nome dal Massiccio dell’Aspromonte. È uno dei parchi più a sud d’Italia ed ospita oltre 1.500 specie diverse.
La flora dell’Aspromonte è caratterizzata da una spiccata eterogeneità come risultante della bassa latitudine, della prossimità del mare e del gradiente di altitudine. Differenziazione della vegetazione si riscontra inoltre fra i versanti tirrenico e ionico.
Il costante e tutt’ora attivo sollevamento fa dell’Aspromonte una delle aree geologicamente più attive del Mediterraneo, con la conseguente formazione di paesaggi scoscesi, gole e anfratti quasi inestricabili che si inerpicano a poca distanza dal mare fino a 2000 mt.
Dal 2021 fa parte della rete mondiale dei geoparchi curata dall’UNESCO.