Food&Beverage in Barca a Vela
di Cecilia Todeschini
Se un tempo la barca a vela era solo per lupi di mare o sinonimo di esclusività ostentata, da qualche anno le opportunità di godersi il mare dal mare sono diventate un’opzione finalmente per tutti. Tour operator e charter si moltiplicano di anno in anno e i rigori della nautica sono stati abbandonati a favore di imbarcazioni sempre più comode, perfette per le estati del Mediterraneo: barche comode per prendere il sole, spazi sempre più ampi e soprattutto…il frigorifero!
Sembra un’esagerazione, ma per chi andava per mare fino a vent’anni fa, tutto ciò che riguardava la cucina era agli ultimi posti tra le godurie di bordo, non perché i marinai non mangiassero, anzi, ma si trattava prima di tutto di sfamarsi, perché le attrezzature di bordo erano assai sacrificate rispetto alla terra ferma. In primis davvero il frigorifero, generalmente a pozzetto e alimentato solo con il motore in funzione oppure se in porto e quindi, sperabilmente, raramente in barca a vela funzionava. Di conseguenza la conservazione del fresco era riservata davvero all’essenziale e la scelta del menù legata non tanto alle voglie, ma alla necessità di cucinare ciò che sarebbe andato a male prima.
In barca poi gli spazi non sono ampi, anzi sono davvero risicati e quindi la possibilità di stivare cibo non è infinita e anche qui si privilegia l’ottimizzazione degli spazi alla varietà: meglio un chilo di riso e uno di spaghetti e qualche tolla piuttosto che una miriade di ingredienti differenti difficili da stivare e facili da dimenticare.
Infine, i fornelli veri e propri erano generalmente due e simili a quelli da campeggio con in più il dettaglio non indifferente di dover garantirne l’uso durante la navigazione. Questo vuol dire che se la barca si inclina, la pentola non può seguirla, quindi tutte le cucine sono montate su una struttura basculante che garantisce di non ustionarsi con pentole di acqua bollente che si rovesciano alla prima onda, ma che rendono il cucinare un’attività da giocolieri ed equilibristi.
Oggi qualcosa è cambiato?
Frigo poco spaziosi e poco freschi, dispense piccole e scomode e pochi fuochi e basculanti rimangono, ma sicuramente con maggiore agio, perché la tecnologia in barca è migliorata e spesso le imbarcazioni sono dotate di generatore di corrente che permette di rinfrescare il frigo; perché stipetti e gavoni sono più numerosi e perché chi disegna le barche sa che il confort è diventato una priorità e spesso i fuochi ora sono almeno tre e gli spazi intorno più ampi.
Quindi in barca bisogna e bisognerà sempre ingegnarsi e il segreto per un piatto riuscito non saranno mai l’ingrediente segreto, l’esecuzione perfetta o lo chef stellato a bordo!
In barca i segreti sono la capacità di organizzare la cambusa, cioè la spesa di bordo; di improvvisare con gli ingredienti che ci sono, avanzano o che dureranno meno e quella di organizzare un menù che permetta di dover usare pochi spazi e pochi utensili (solo una pentola e una padella, un tagliere dove poter affettare tutto, 1-2 ingredienti al massimo).
Ma non pensate nemmeno per un attimo che in barca oggi si mangi male, anzi! Chi avrà avuto già l’esperienza di una navigata, quasi certamente ricorderà un cibo semplice, ma incredibilmente gustoso. Come è possibile, visto lo scenario appena descritto? Semplice, la magia della vela permette anche questo: molto spesso gli Skipper sono anche dei goderecci a cui piace mangiare e stare in compagnia e poi ci sono il mare, il sole e l’aria, che, si sa, mettono appetito e infine l’ingrediente è il contesto. Solitamente in barca il cielo stellato fa da soffitto, le acque cristalline da pavimento ed è facile sentirsi bene e apprezzare anche la più semplice delle bruschette.
Provare per credere!