DUBAI, THE CITY OF THE VISION
di Eleonora Buonopane
La città di Dubai sorge oggi in un luogo originariamente occupato da una vasta palude di mangrovie nell’attuale Stato degli Emirati Arabi Uniti.
La palude intorno all’anno 3000 a.C. si inaridì, rendendo così l’area inabitabile.
I primi insediamenti nella zona risalgono circa all’Età del Bronzo da parte di alcuni allevatori nomadi, i quali stabilendosi nei pressi dell’attuale Dubai iniziarono a coltivare palme da dattero. Fu il primo successo agricolo dell’area.
I millenni successivi furono caratterizzati sempre dall’attività agricola.
Dal V secolo d.C. la zona che attualmente è nota come Jumeirah fu luogo di sosta lungo la rotta commerciale che collegava l’Oman all’Iraq.
Esistono testimonianze storico-geografiche che raccontano di Dubai, risalenti circa all’anno 1000 e successive datate 1580 scritte dal mercante veneziano Gaspero Balbi che in quegli anni visitò l’area.
Durante quel periodo le principali attività svolte dalle popolazioni locali erano la pesca, la raccolta di perle e la costruzione di imbarcazioni. Inoltre quest’area offriva alloggi per i mercanti che attraversavano la zona seguendo le rotte del commercio dell’oro, delle spezie e dei tessuti.
Il 1793 rappresenta un anno importante per la storia degli Emirati Arabi, fu quando la tribù Bani Yas prese il potere ad Abu Dhabi e Dubai ne diventò un territorio indipendente.
Intorno al XIX secolo la città era dotata di una cinta muraria, le mura dalla parte di Bur Dubai partivano dal quartiere storico di Al Fahidi, costeggiavano tutta la fortezza per poi arrivare al vecchio Suk. La fortezza di Al Fahidi (oggi Museo di Dubai) fu costruita quando la città era ancora parte del territorio di Abu Dhabi. Dalla parte di Deira invece era cintata anche la zona di Al Ras.
Nel 1820 l’impero britannico negoziò una tregua marittima con i governanti locali, questo portò all’apertura di nuove rotte commerciali e all’inizio di un periodo prospero per l’economia. Questo avvenimento diede inoltre inizio ad un’interazione costante con i Paesi di tutto il mondo.
Altro anno fondamentale per la storia di questa città fu il 1833, quando Maktoum bin Butti della tribù Bani Yas iniziò a condurre la tua gente verso la penisola di Shindagha alla foce del Dubai Creek. Qui si instaurò e dichiarò indipendente la città da Abu Dhabi, da quel momento Dubai iniziò ad essere considerata un villaggio di pescatori.
Sotto la dinastia Al Maktoum la città iniziò a prosperare notevolmente, grazie anche a leggi che garantivano l’esenzione fiscale agli immigrati (1894) e che di conseguenza permisero a moltissimi lavoratori provenienti da Paesi come Pakistan e India di arrivare in città. I commercianti venuti da fuori approfittandone delle condizioni favorevoli diedero vita alle loro imprese, contribuendo a rendere sempre più florida l’economia di Dubai.
Ma nonostante la crescita economica, essa dipendeva ancora totalmente dalla pesca, dalla raccolta delle perle e dal loro commercio. Negli anni 50 del 1900 con l’invenzione delle perle artificiali, l’economia della città si mostrò molto vulnerabile. La crisi però non durò a lungo, fino al 1966 quando per Dubai tutto iniziò a cambiare con l’avvento del petrolio.
Dubai deve la sua importanza e il suo immenso sviluppo alla visione che la famiglia Al Maktoum ebbe verso la fine degli anni 60.
In particolare con la scoperta del petrolio il defunto sceicco Rashid bin Saeed Al Maktoum diede inizio ad un progetto di sviluppo, trasformando un piccolo villaggio di pescatori situato nei pressi del Dubai Creek in una vera e propria città, in un porto moderno e in un fondamentale hub commerciale.
Nel 1969 la città iniziò ad esportare il suo petrolio e nello stesso anno ospitava già più di 59.000 abitanti.
Gli anni 70 a Dubai furono caratterizzati da un’importante crescita demografica, per esempio nel 1977 superava già i 200.000 abitanti.
L’alto prezzo del petrolio di quegli anni permise allo sceicco di iniziare a creare la Dubai che oggi tutti conosciamo, alla fine del decennio fu costruito il porto di Jebel Ali, oggi importantissimo, il World Trade Center, l’impianto di dissalazione e il tunnel di Shindagha.
Il 2 dicembre 1971 vennero fondati gli Emirati Arabi Uniti, sono in totale sette emirati, Dubai che rappresenta il fulcro economico del Paese, Abu Dhabi capitale e sede amministrativa del Governo, Sharja, Ajman, Umm Al-Qaywayn, Fujaira e Ras Al-Khaima.
Si può dire che attualmente la città sia divisa in due centri principali, il primo è il cuore economico cioè la Business Bay dove è situato il rinomato Burj Khalifa, il secondo invece rappresenta la zona turistica per eccellenza, Dubai Marina.
Dubai Marina è la zona che si affaccia sul mare, ricca di locali, adiacente alla zona Jumeirah Beach Residence (JBR) a ridosso della spiaggia. Nella parte più interna, dall’altro lato della Sheikh Zayed Road si sviluppa il quartiere più residenziale di JLT, Jumeirah Lake Towers.
Arrivando in questa metropoli si noterà subito la sua multiculturalità, ci sono persone provenienti da ogni parte del mondo, ad ogni angolo sono presenti market etnici e le strade profumano di spezie.
Forse è proprio questa sua caratteristica che la rende così speciale ed affascinante, perché si, Dubai affascina, si passa da grattacieli futuristici a zone antiche che conservano tradizioni come il Suk.
Il Suk è situato a Bur Dubai e ci sono diversi mercati da poter visitare all’interno divisi per oggetto di vendita, il Suk dei tessuti, quello delle spezie e sicuramente il più rinomato, quello dell’oro.
Qui le stradine della vecchia Dubai sono piene di donne e uomini indaffarati nella loro quotidianità, fatta di commercio, ed è proprio passeggiando tra queste vie che ci si sente immersi nel Medio Oriente, ascoltando le grida dei commercianti che invitano a fermarsi ad ogni bancarella.
L’unicità di questa metropoli sta proprio nella sua unione tra moderno e antico, l’antica Dubai ancora laboriosa che si contrappone al futuro e alla modernità dei nuovi quartieri.
Spostandosi dalla zona che si estende dalla Business Bay al moderno porto di Jebel Ali, la città è caratterizzata da grattacieli di ogni forma e dotati delle più avanzate tecnologie.
In particolar modo quando si pensa a Dubai subito viene in mente il Burj Khalifa, maestoso edificio di ben 828 metri.
La costruzione dell’edificio iniziò nel 2004 al centro di un nuovo quartiere che al suo completamento sarebbe stato chiamato Downtown Dubai. La struttura venne completata l’1 ottobre del 2009 e successivamente inaugurata il 4 gennaio del 2010.
Il giorno dell’inaugurazione il grattacielo da Burj Dubai come era originariamente chiamato, venne ribattezzato Burj Khalifa, letteralmente “torre di Khalifa”.
Il cambio di nome avvenne per rendere onore all’emiro di Abu Dhabi e presidente degli Emirati Arabi Uniti Khalifa bin Zayed Al Nahyan.
Fu proprio lui a rendere possibile il completamento dell’opera, in quanto l’emirato di Abu Dhabi e il governo federale degli UAE prestò decine di miliardi di dollari a Dubai per permettere alla città di pagare i suoi debiti e ultimare i progetti. Dubai ai tempi aveva circa 80 miliardi di dollari di costruzioni incompiute e la crisi del momento minacciava di non portare a termine molti progetti già in costruzione.
La decisione di costruire un edificio così particolare si basò sulla scelta di diversificare l’economia della città, passando dall’era del petrolio a quella del turismo e dei servizi.
Anche la forma non venne scelta a caso, ma la struttura è un richiamo all’architettura islamica, ricorda sia un minareto a spirale che una riproduzione dei petali del fiore del deserto Hymenocallis.
La città nell’ultimo anno ha ospitato uno dei più importanti eventi mondiali, EXPO 2020, che sicuramente l’ha resa nota sotto tutte le sue sfaccettature, sia come meta turistica e culturale che come nuovo orizzonte di business per le aziende.
L’evento ha avuto luogo dal 1 ottobre 2021 al 31 marzo 2022 e ha contato più di 20 milioni di visitatori da tutto il mondo.
Dubai ha investito tanto per questo evento mondiale, per esempio nell’ambito dei trasporti amplificando la sua linea metropolitana e collegando perfettamente e direttamente la zona dell’EXPO ai vari centri e mall della città.
Oggi si può dire che questa metropoli ha molto da offrire in termini di turismo, nelle sue diverse tipologie, ma è anche da tenere in considerazione come meta di futuri business, Dubai può regalare molte soddisfazioni alle nuove generazioni, un’idea unita al sapere può prendere davvero forma.
TRAVEL TIPS:
Per entrare a Dubai e negli Emirati Arabi in generale è necessaria una validità di 6 mesi sul passaporto. Non è necessario alcun visto per un soggiorno fino a 90 giorni, verrà rilasciato un timbro sul passaporto al momento dell’arrivo in aeroporto.
Il Paese è di religione islamica ed è quindi necessario rispettare alcune regole riguardanti abbigliamento e comportamenti da tenere all’interno di moschee e luoghi sacri.
Dubai è sicuramente una città molto sicura, quindi per spostamenti lunghi o notturni i taxi sono molto consigliati ed economici.
E’ possibile trovare qualsiasi tipo di ristornate etnico e mangiare fuori a Dubai è abbastanza economico.
Se si viaggia per turismo, in coppia o gruppi di amici, sicuramente prendere in affitto un appartamento può essere la soluzione migliore.
Essendo una città multiculturale, l’inglese può considerarsi una seconda lingua ufficiale.
Rispetto all’Europa a Dubai c’è un fuso orario di 2 o 3 ore dipende dall’ora vigente.
Il miglior periodo per visitarla è sicuramente da novembre a febbraio/marzo perché il clima è caldo ma non afoso, la temperatura di giorno è circa sempre attorno ai 30 grandi ma in serata raggiunge i 25/26.
Non mi resta che augurarvi buon viaggio, scoprite ogni angolo, antico o moderno che sia, vivete ogni esperienza perché Dubai è pronta a sorprendervi!
Eleonora Buonopane
buonopane.eleonora@gmail.com