Chi approfitta e scappa senza pagare…
di Fabio Rocchi
C’è chi passa di corsa davanti la reception perché il treno sta per partire, chi deve raggiungere il Pronto Soccorso ma verrà un amico a saldare, chi ha il bancomat bloccato per un furto d’identità, chi esce per fare un giro e non tornerà mai più. Dalle strutture religiose di ospitalità di tutta Italia arrivano storie che spesso superano ogni fantasia, ma tutte con l’unico scopo: soggiornare e non pagare.
Premesso che non entro nel merito dei motivi che spingono queste persone a comportarsi in tal modo (perché tra i mille forse qualcuno plausibile c’è), bisogna comunque considerare che il soggiorno è stato comunque scroccato in malafede, cioè senza neanche dialogare sull’eventuale stato di necessità. Tanto più se viene fatto ai danni di strutture ricettive religiose, con l’intento di godere di una certa tolleranza concessa da chi vive di spiritualità.
Ma in questo variegato mondo di personaggi, abbiamo il campione dei campioni: è Giuseppe G. da Roma. Mezza età, distinto in giacca e cravatta: gira per le strutture della capitale, dove scrocca a turno due o tre settimane di soggiorno.
Si presenta come un ingegnere a cui devono ristrutturare casa e quindi necessita di un alloggio temporaneo. Nessuno si permette così di chiedere un acconto. Quando si accorge che il tempo stringe, esce con lo zainetto e non torna più. Ma non è uno stupido. Manda mail e messaggi per dire che è in Pronto Soccorso per una crisi cardiaca e rientrerà nel giro di qualche giorno. E la suorina sta tranquilla. Poi scrive ancora perché la faccenda si fa grave e lo dovranno trasferire in Francia dove lo avevano precedentemente operato ad una valvola cardiaca. Naturalmente non risponde mai quando lo si chiama, perché in ospedale non gli fanno usare il cellulare… Poi scrive dalla Francia (?) premurandosi di informare che dovranno sostituirgli nuovamente la valvola cardiaca e che l’operazione è molto seria e chissà come andrà… A questo punto chiude tutti i contatti e la nostra bonaria suorina penserà che l’operazione è andata male e il malcapitato ci ha rimesso le penne. Risultato: nessuno lo cercherà, nessuno lo denuncerà e qualcuno pregherà pure per la sua anima.
Tutto avrebbe continuato a funzionare se non avessimo ricevuto alcune segnalazioni-fotocopia e messo così insieme un puzzle sconcertante: più di venti episodi nella sola Roma con lo stesso protagonista e il consueto copione.
Inviato un alert a tutte le case religiose, lo abbiamo rintracciato in tempo reale presso una di queste: era lì proprio mentre Suor Reception leggeva la nostra mail. Chiamata la Polizia, gli agenti si sono chiusi nella sua camera per un paio d’ore e ne sono usciti senza poterlo arrestare perché non era in flagranza di reato. Infatti il reato diventa tale solo dopo non aver pagato, ma avvisando che salderà non è più neanche reato. Cortocircuiti della giustizia ben noti a tutti, quando si ha a che fare con le truffe.
La magra consolazione è che il nostro caro Giuseppe G. ha capito di essere sotto la lente d’ingrandimento e da qualche mese in giro per Roma non dà più notizie di sé. Chissà, magari è in Francia.