Che cosa ricordiamo delle favole ascoltate da bambini? E che cosa ci hanno insegnato?
di Grazia Caleppi
E’ strano come sappiamo spiegare bene ai più piccoli ciò che noi stessi ci rifiutiamo di comprendere. Negli ultimi giorni ho spesso ripensato ad una scena della spada nella roccia, film di Walt Disney, in cui Maga Magò e Merlino si sfidano in un duello di magia.
Si trasformano di volta in volta in animali sempre più grossi e pericolosi finché, quando la maga si trasforma in un enorme drago sputafuoco, Merlino la sconfigge trasformandosi in un batterio che insinuandosi nel suo organismo la fa ammalare.
La presunzione di considerarci dominatori del mondo ci fa dimenticare che qualcosa può sempre sfuggire al nostro controllo. In un mondo demograficamente ed economicamente globalizzato in cui fino ad oggi le multinazionali hanno puntato tutto sui grandi
numeri, sarebbe forse saggio concentrarsi su scelte meno scontate, numericamente meno rilevanti ma certamente più originali.
Ancora una volta l’input ci arriva dall’epidemia, o meglio dalla ricerca per combattere l’epidemia: Merck, Sanofi e GSK sono tra i più grandi produttori di vaccini al mondo, ma
nessuna delle tre aziende farmaceutiche nell’ultimo anno è riuscita a sviluppare e fare autorizzare un vaccino contro il Covid-19, facendosi superare da Pfizer-BioNTech, e da aziende emergenti come Moderna, che finora aveva una frazione del loro fatturato. Sanofi e GSK sono in evidente ritardo nella sperimentazione mentre Merck ha addirittura rinunciato.
Come è potuto succedere?
Il Financial Times, spiega in un articolo che un anno di pandemia ha cambiato radicalmente il mercato dei vaccini e gli equilibri tra i principali produttori. Ancora a inizio del 2020 il settore era dominato da Merck, Sanofi, GSK e Pfizer, aziende farmaceutiche di grandi dimensioni e con una lunga esperienza nella produzione di vaccini contro diverse
malattie compresa l’influenza stagionale. Un anno dopo, solo Pfizer ha un vaccino contro il Covid-19, sviluppato con l’azienda tedesca di biotecnologie BioNTech, mentre le altre tre società sono pressoché assenti. Si prevede che quest’anno Pfizer triplicherà i propri ricavi derivanti dalla divisione che si occupa di vaccini, e aziende finora relativamente piccole come Moderna e Novavax possano superare Merck, Sanofi e GSK per vendite di vaccini. Anche AstraZeneca e Johnson & Johnson, che si sono concentrate su vaccini più economici, dovrebbero vendere più vaccini quest’anno di quanto abbiano fatto di versi concorrenti l’anno scorso.
I vaccini a RNA messaggero non erano mai stati usati prima in larga scala, questa è la dimostrazione che scommettere sull’inusuale sia stata la scelta vincente.
Queste riflessioni, da un punto di vista turistico, dimostrano che probabilmente una transizione è già in atto senza che ce ne rendessimo conto. Il 2020, anno nero per il turismo, in realtà non è stato così nero per tutti: il turismo di prossimità e lo slow tourism hanno prodotto un discreto fatturato; i B&B, gli agriturismi, i boutique Hotel e gli alberghi diffusi hanno realizzato risultati confortanti:
Un’indagine di OTEX (osservatorio sul turismo residenziale extralberghiero) rivela che da gennaio a settembre 2020, le presenze registrate nelle strutture alberghiere sono meno
della metà (il 46%) di quelle rilevate nel 2019, mentre quelle del settore extralberghiero sono il 54,4% dell’anno precedente. Nel trimestre estivo la differenza di andamento è an-
cora più evidente: le strutture extralberghiere subiscono un calo anno su anno delle presenze domestiche pari al -4,8% in agosto, ma registrano un aumento nel mese di settembre (+4,5%), mentre gli alberghi subiscono in misura maggiore la frenata del turismo domestico (-8,1% in agosto e -13,9% in settembre).
Il settore sportivo in generale e di montagna in particolare è stato scelto da numerosi turisti, uno studio dell’Istituto Nazionale Ricerche Turistiche e Legambiente ha rilevato che addirittura il 49,2% delle persone ha scelto la meta del proprio viaggio principalmente per immergersi nella natura e il 30% dei viaggiatori ha indicato lo sport come principale motivazione della vacanza. Tra le attività sportive all’aria aperta è stato il trekking a farla da padrone, con il 39% delle preferenze, seguito dal cicloturismo con il 32%.
Regioni come l’Abruzzo, l’Umbria e il Molise, nonostante le dimensioni territoriali contenute, hanno visto raddoppiare il numero di turisti e presenze sul territorio.
Territori ricchi di natura e cultura, costellati di piccoli paesi e borghi antichi toccati da numerosi sentieri e cammini storici. L’Appennino è diventato la destinazione perfetta per gli italiani alla ricerca di esperienze di viaggio lento e sostenibile. Questo dovrebbe significare qualcosa.
Già tre anni fa l’allora 86enne Philip Kotler ospite di un evento organizzato da Best Western parlava di valorizzazione aziendale e di sfide per il mercato del turismo, citando tra l’altro la natura GLOCALE del marketing: un inevitabile sguardo globale che calibra le strategie a livello locale, tenendo conto delle peculiarità delle realtà locali e valorizzandole come elementi di unicità.